Antimafia ed evasione: sequestrato il Green Bar

Rimini

RICCIONE. Clamoroso sequestro in viale Ceccarini a Riccione. La finanza questa mattina ha posto sotto sequestro il Green Bar. Il provvedimento arriva per la legge antimafia e per evasione fiscale.

Si legge nella nota della Guardia di finanza: «Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Rimini continua a raccogliere i frutti del suo costante impegno investigativo nell’ambito del Progetto “Emmepi”, finalizzato, com’è noto, all’aggressione dei patrimoni illecitamente accumulati, attraverso l’applicazione delle misure di prevenzione patrimoniale sulla base di mirate indagini economico-finanziarie. Quest’ultima operazione, coordinata dal sostituto procuratore della Repubblica di Rimini, Luca Bertuzzi, ha consentito, per la prima volta in riviera, l’applicazione del nuovo codice antimafia per un soggetto pregiudicato, ritenuto socialmente pericoloso anche in ragione di conclamate condotte illecite derivanti dall’evasione fiscale perpetrata negli anni».

Il Tribunale di Rimini, sezione penale, ha emesso decreto di sequestro e confisca dei beni di cui C. S., quarantacinquenne di Napoli già condannato, con patteggiamento, per aver commesso un delitto di tentata estorsione: «aveva la disponibilità in valore sproporzionato rispetto al reddito prodotto e/o all’attività economica svolta».

In particolare, il Nucleo di Polizia Tributaria di Rimini, attraverso una capillare attività di intelligence e analisi operativa nel settore delle iniziative turistico-commerciali sulla costa romagnola, «ha individuato il predetto che, attraverso una srl a lui interamente riconducibile, gestisce il prestigioso “Green Bar” ubicato in Viale Ceccarini a Riccione, rilevando in capo a C.S. una profonda discrepanza (pari a circa un milione di euro) tra reddito dichiarato e patrimonio posseduto».

C.S., in particolare, aveva patteggiato una pena di due anni a seguito della condanna per una tentata estorsione, aggravata dall’uso dell’arma, «realizzata in danno di un avvocato riccionese che patrocinava gli interessi dei proprietari dei locali ove ha tuttora sede il bar sequestrato e che avevano ottenuto un’ordinanza esecutiva di sfratto».

Attraverso tali minacce aveva cercato di indurli a non dare seguito al provvedimento ovvero ad accettare le sue condizioni. In altre circostanze, in concorso con altri due pregiudicati campani, aveva addirittura esploso colpi di arma da fuoco contro la vetrina del negozio della moglie del legale.

 

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