Per i medici era mal di pancia ma morì

Rimini

RIMINI. Oltre un milione di euro. E’ la cifra che il tribunale civile di Rimini ha deciso l’Azienda Usl di Rimini e due medici dovranno versare quale risarcimento ai figli, alla mamma e alla sorella di Giannino Ciotti, 40enne di San Clemente morto il 12 maggio del 2002 all’ospedale Ceccarini di Riccione dove la “dissecazione dell’aorta” da cui venne colpito, fu scambiata per una “normale” intossicazione da cibo avariato.

I medici erano stati riconosciuti colpevoli dai giudici d’Appello nel maggio del 2013 che ribaltarono l’assoluzione con formula piena rimediata a Rimini nel maggio del 2006. La fedina penale dei professionisti non è stata comunque intaccata: il reato penale, infatti, era stato cancellato dalla prescrizione intervenuta nel 2009.

La giustizia civile, invece, ha continuato il suo cammino messa in moto dai due figli dello sfortunato paziente. Che hanno avuto ragione lo scorso 4 luglio con la sentenza in cui il giudice Antonio Stanislao Fiduccia condanna Ausl e i due medici al pagamento di oltre un milione di euro.

Giannino Ciotti arrivò con un’ambulanza del 118 all’ospedale nella tarda serata dell’11 maggio - dopo aver suonato col suo gruppo musicale - con un intenso dolore a torace e spalle, accompagnato da vomito, sudorazione e dissenteria. E al medico di guardia, unico ad essere stato scagionato con formula piena in sede penale e civile, riferì di essersi sentito male dopo aver mangiato cibo andato male. Ma fu proprio quel dolore toracico che secondo i parenti venne ignorato dai medici che nel giorno successivo continuarono a somministrare farmaci per problemi renali. Una «diagnosi non corretta» e «pur in presenza dei sintomi tipici della patologia della dissecazione aortica» dettata «esclusivamente da imperizia e negligenza», scrisse la vedova nella costituzione di parte civile. Una diagnosi corretta e il paziente avrebbe avuto il 62 per cento di possibilità di essere salvato.

«I soldi non compenseranno, non potranno mai compensare - commenta Rita Montanari, vedova di Giannino Ciotti - la mancanza di un padre. Potranno, quello sì, dare un po’ di serenità per il futuro dei nostri figli. Quello che voglio fare è invece ringraziare di cuore gli avvocati Stefano Caroli e Guglielmo Guerra. Senza il loro aiuto, il loro appoggio, vista la lentezza della nostra giustizia, avrei gettato la spugna molto tempo fa».

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