Baby gang in manette dopo la rapina

Rimini

RICCIONE. Circondano, strattonano e minacciano tre ragazzi di diciassette anni all’uscita di una discoteca delle colline riccionesi e si fanno consegnare soldi e telefonini prima di allontanarsi di corsa dal luogo dell’agguato, nel mezzo di un parco, e cercano di far perdere le loro tracce.

I giovani turisti, arrabbiati e sotto choc, hanno chiesto aiuto a un altro avventore del locale, vicino all’ingresso, consentendo così ai carabinieri di intervenire senza perdere del tempo prezioso. «Erano ragazzi dell’età nostra, sembravano nordafricani, ci hanno puntato il coltello alla gola». Sulla base della dettagliata descrizione degli assalitori, fornita dalle vittime dell’aggressione, i militari del radiomobile hanno rintracciato, solo pochi minuti dopo la raccolta d’informazioni, il gruppetto dei presunti rapinatori, così sfrontati da non avere neppure l’accortezza di separarsi tra loro almeno il tempo di far calmare le acque. Nella “logica” delle baby gang, però, conta solo la “bravata” e non le possibili conseguenze. Erano a scherzare e ridere tra loro nella zona di via Abruzzi. Hanno negato anche l’evidenza, ma una volta riconosciuti dai coetanei minacciati all’incirca un’ora prima, sono stati accompagnati in caserma per l’identificazione. Formalmente accusati di rapina pluriaggravata in concorso sono stati dichiarati in arresto. Uno di loro, l’unico maggiorenne (I.Z., 18 anni, ferrarese di origini marocchine) è stato trasferito nel carcere di Rimini. Gli altri tre sospettati (un sedicenne russo e due diciassettenni di origini tunisine) sono finiti nel carcere minorile di Bologna.

Nel pomeriggio di domenica scorsa un altro diciassettenne di nazionalità marocchina, era stato ristretto nella medesima struttura detentiva, sempre ad opera dei carabinieri di Riccione (reparto operativo) dopo aver rapinato del telefonino un giovane turista in piazzale Roma. L’autore del gesto, che ha strattonato e colpito il proprietario del cellulare per potersene impossessare, quando è stato bloccato aveva con sé altri telefonini dei quali non ha saputo spiegare la provenienza. La “caccia” all’i-phone altrui sembra il gioco del momento: un 19enne di Reggio Emilia, di origine nordafricana, è stato sorpreso ad Aquafan con un “4s” rubato, mentre 28enne di Salerno ha messo in vendita un “5s” su internet senza mai consegnarlo all’acquirente misanese che gli aveva nel frattempo spedito la somma di 618 euro.

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