Trasformano i biglietti del metro in bancomat

Rimini

 

RIMINI. Quattordici minuti per trasformare un anonimo biglietto della metropolitana di Milano in un bancomat e mettersi in tasca 10.650 euro in appena 90 minuti di lavoro. E’ il tempo impiegato dalla coppia di giovani truffatori telematici romeni arrestati grazie a un’operazione lampo di squadra mobile e polizia postale.

Indagine lampo fatta partire dalla segnalazione del direttore della filiale di Banca Carim di via XXIII Settembre e che, probabilmente, ha permesso di scoprire una banda di cui i due giovani finiti ai Casetti per indebito utilizzo di carte di credito, sarebbero gli esattori. Un’organizzazione transnazionale in grado di rubare in America, a clienti della Chase bank, i codici necessari alla trasformazione delle schede dell’Azienda trasporti Milano in bancomat e carte di credito. Una truffa di cui, almeno in Italia, fino all’altro ieri non si aveva notizia, come testimoniato dall’immediata richiesta di dettagliate notizie del Viminale agli uffici di corso d’Augusto.

L’operazione. Come detto tutto è iniziato quando il direttore dell’agenzia si è accorto che il bancomat stava lavorando senza soluzione di continuità da diversi minuti. Così ha messo temporaneamente fuori uso lo sportello ed ha visto un ragazzo allontanarsi in tutta fretta verso una Bmw 530 dove c’era un’altra persona. A questo punto ha aperto la cassa e, con grande stupore, si è accorto che in rapida successione erano stati eseguiti tre prelievi da 70 euro con altrettante carte bancomat. Capito che c’era qualcosa di strano ha subito segnalato la situazione alla squadra mobile.

Caccia ai truffatori. Agli investigatori il direttore ha fornito anche la targa della Bmw. Il controllo ha permesso di stabilire che l’auto era intestata a un cittadino romeno multato lo scorso aprile per una infrazione al codice stradale. Contemporaneamente la divisione reati contro il patrimonio ricavava dal circuito chiuso della banca i fotogrammi che immortalavano lo “sconosciuto” mentre eseguiva i tre prelievi. Una foto dell’intestatario della Bmw che nel frattempo era stata fermata ed i cui occupanti erano stati portati in questura per “accertamenti”, veniva spedita a Rimini dall’ufficio di Bucarest dell’Interpol.

Truffa transnazionale. Quando dalla perquisizione della berlina è uscito un notebook con tanto di chiavetta internet e un bel numero di biglietti della metropolitana su cui oltre ai profili dei papi Roncalli e Woityla diventati santi poche settimane fa erano annotati codici a quattro cifre, è stata subito coinvolta nell’inchiesta la polizia postale e delle comunicazioni. E si è aperto un mondo fino ad ora sconosciuto. Adrian Popartac, 27 anni e Gabriel Parfeni, 25, erano in grado di trasformare in bancomat e biglietti della metro. Questo grazie ai pin “sputati” dal computer dopo che un algoritmo matematico aveva elaborato i codici di tessere violate di clienti della Chase Bank con carte collegate al circuito Cirrus. Quattordici minuti per ogni nuova tessera il tempo necessario.

L’inchiesta. La scoperta sta facendo scattare probabilmente un allarme mondiale. Di sicuro le autorità valutarie italiane informeranno quelle di oltreoceano, come saranno attivate tutte le agenzie di intelligence. Da capire anche come sia stato possibile individuare nei biglietti dell’Atm quelli ideali per la truffa.

Le curiosità. Tutti i prelievi fatti erano di 70 euro equivalenti a circa 85 dollari. Questo perchè ogni transazione superiore avrebbe fatto scattare l’allert all’istituto di credito americano. La truffa, invece, non può toccare correntisti italiani perchè in Italia carte di credito e bancomat sono protette dal chip, sicurezza non adottata negli Stati Uniti.

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