Maltrattamenti in famiglia e lesioni

Rimini

RIMINI. Un riminese di 47 anni è stato arrestato dalla polizia con l’accusa di maltrattamenti in famiglia e lesioni nei confronti dell’ex moglie. L’episodio che ha portato al drastico provvedimento risale al primo maggio scorso: secondo l’accusa l’uomo, al culmine di una discussione, in preda all’alcol avrebbe dato una testata alla donna in pieno volto, spaccandole il naso sotto gli occhi dei figli. Con quel gesto lui ha mandato in frantumi, assieme alle ossa del setto della madre dei suoi ragazzi, anche l’illusione - coltivata negli ultimi tempi - di rimettersi insieme. La donna è infatti finita all’ospedale (i medici del pronto soccorso l’hanno giudicata guaribile in venticinque giorni) e ha raccontato in questura quanto le era accaduto. A gennaio era già accaduto qualcosa di simile, anche se il referto medico in quell’occasione parlava di lesioni lievi. Per via degli atteggiamenti maneschi e minacciosi nei confronti del 47enne era scattato l’ammonimento, un provvedimento amministrativo che avrebbe dovuto indurlo a un comportamento più corretto e riflessivo. Evidentemente non è andata così, sebbene l’accusato - difeso dall’avvocato Ilaria Perruzza - abbia respinto gli addebiti nel corso dell’interrogatorio di convalida che si è svolto davanti al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Rimini, Sonia Pasini. Ha negato di averla aggredita e sostenuto di non essere stato ubriaco (l’alcol era stato il motivo della discussione). «Non sono stato io a colpirla - ha detto lui - ma si è fatta male cadendo per la concitazione del momento». Il 47enne, che vive facendo dei lavoretti artigianali a chiamata e ripara anche automezzi, ha raccontato che la separazione era arrivata nel 2009, dopo un lungo matrimonio. Poi però negli ultimi tempi c’era stato un riavvicinamento anche se lui, nel tentativo di bruciare le tappe, aveva sbagliato comportandosi non troppo bene, senza però essere violento, almeno a suo dire. Messo di nuovo alla porta aveva proposto un ennesimo tentativo di riconciliazione. «Abbiamo trascorso le vacanze di Pasqua tutti assieme, i dissapori erano alle spalle». Poi però il nuovo violento litigio e le manette ai polsi. L’avvocato Perruzza ha chiesto i domiciliari per il suo assistito, il giudice Pasini si è riservata di decidere.

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