Minacce e maltrattamenti, padre in manette

Rimini

RIMINI. Un matrimonio avvelenato dall’alcol, due figli terrorizzati dal padre costantemente ubriaco: anni di paura e violenze che hanno avuto un epilogo mercoledì scorso quando il 43enne è stato arrestato dalla polizia con l’accusa di maltrattamenti in famiglia. L’ennesima aggressione è avvenuta davanti alla palestra dove i due figli, di 9 e 12 anni, stavano facendo attività sportiva pomeridiana: solo l’intervento di altri genitori e dell’allenatore ha evitato che la madre 39enne dei due ragazzini finisse nelle grinfie dell’ex marito, ancora una volta alterato dall’alcol e ancora una volta pronto a mettere in pratica le sue minacce. Mentre l’uomo sbraitava fuori dalla palestra pretendendo di vedere i figli, i due ragazzini si erano chiusi a chiave in un’aula del complesso scolastico, terrorizzati dal padre.

Un episodio che ha decine di precedenti i primi dei quali iniziati nel 2007 dopo la separazione della coppia: lui, di origine campana (si omettono particolari sulla sua identità per tutelare quella dei figli) sempre ubriaco, lei costretta a tirare avanti con il suo solo lavoro. Nella causa di separazione il tribunale affida i due figli alla madre e i servizi sociali cercano di proteggerla spostandola con i bambini in una residenza protetta. Ma i figli continuano comunque a frequentare le loro scuole nel Riminese e il padre continua a cercare di vederli, oltre gli incontri fissati dai servizi sociali ogni 14 giorni, ai quali, tra l’altro spesso si presenta ubriaco. Più di una volta sono gli stessi insegnanti a doverlo allontanare e ogni volta che lo vedono i figli sono sempre più terrorizzati. La famiglia sembra tirare un respiro di sollievo quando l’uomo decide di tornare in Campania dalla famiglia di origine (nel frattempo sorella e madre si rendono protagoniste a loro volta di minacce nei confronti della ex moglie tanto che alla nonna il giudice vieta di vedere i nipoti) , ma a questo punto gli atti persecutori si concretizzano in con sms e telefonate di minaccia soprattutto di notte, nonostante l’ammonimento del questore ad agosto 2013. Fino a quando, ad aprile, l’uomo, che tra l’altro ha dei precedenti di polizia, decide di tornare a Rimini: senza lavoro né un posto dove andare, dorme sotto i ponti e negli edifici abbandonati. Poi il 29 e il 30 aprile si presenta più volte a scuola dai figli cercando di vederli, fino a quando scattano le manette per maltrattamenti in famiglia. Dopo la convalida il giudice lo ha rimesso in libertà con il divieto di avvicinarsi a moglie e figli.

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