Indagato anche lo zio

Rimini

di ENRICO CHIAVEGATTI

RIMINI. Omicidio Mannina. La certezza. Sul registro degli indagati della procura di Rimini ora compare anche il nome di Sadike Dine, il 60enne pescatore zio di Dritan Demiraj (difeso dall’avvocato Massimiliano Orrù). L’ipotesi. Al momento non si sa quale reato gli viene contestato e in base a quali elementi d’accusa. Nell’interrogatorio di mercoledì scorso, infatti, ha negato con forza di essere stato presente all’esecuzione dell’ultimo fidanzato di Lidia Nusdorfi (Mannina) avvenuta, secondo quanto detto dalla dama nera Monica Sanchi, nella camera da letto dell’appartamento di via dell’Abete dove il pasticcere albanese (Demiraj) viveva con i due figli della vittima, uno dei quali nato dalla loro relazione. Oggi all’alba il peschereccio su cui lavora tornerà in porto. Non si sa chi potrebbe esserci ad attenderlo.

La dama nera. «L’indagine è in un momento cruciale. C’è pericolo di inquinamento delle prove per cui deve restare in carcere almeno 30 giorni». Questo, parola più parola meno, il testo del dispositivo con cui il Gip di Como Luciano Sturaci ha disposto la “carcerazione a termine” rigettando la richiesta di arresti domiciliari per Monica Sanchi, la dama nera della mattanza messa in scena da Dritan Demiraj tra Rimini e Mozzate in 24 ore di follia assassina tra il 28 febbraio e il 1 marzo scorso. Durante l’interrogatorio di convalida, assistita dal legale di fiducia l’avvocato Nicola De Curtis, ha ribadito quanto detto al pubblico ministero al momento dell’arresto. E cioè di essere stata lei ad accompagnare nella casa del killer l’ultimo fidanzato di Lidia (Mannina) perchè credeva veramente che il pasticcere (Demiraj) volesse cercare di rimettere in contatto i figli con la sua ex. E di aver cercato inutilmente di riportare Dritan alla ragione quando ha visto a cosa stava andando incontro il 35enne da lei adescato su Facebook con la promessa di una notte d’amore indimenticabile. «Ogni momento - ha fatto mettere a verbale la Sanchi - ho davanti a me la scena atroce di quando ho aperto la porta della camera da letto di Dritan. Quando ho scoperto che non era quell’uomo cui avrei affidato senza problemi i miei tre figli».

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