Stecca a processo per tentato omicidio

Rimini

RIMINI. Il pm Gemma Gualdi, convinta dell’evidenza della prova sulla base delle conclusioni della consulenza medico-legale del dottor Adriano Tagliabracci, ha chiesto e ottenuto di processare con giudizio immediato, con l’accusa di tentato omicidio aggravato dalla premeditazione, l’ex campione del mondo di pugilato, Loris Stecca, 53 anni. Il riminese, il 27 dicembre scorso, ha accoltellato in palestra la propria socia, ma è convinto di poter dimostrare in aula di aver agito d’impulso, in preda all’esasperazione, e al solo scopo di ferire superficialmente la donna. Ha così suggerito ai propri legali (avvocati Luca Ventaloro e Piero Ippoliti) di non chiedere alcun rito alternativo capace di garantirgli, in caso di condanna, uno sconto di pena. La prima udienza del processo, davanti al Tribunale in forma collegiale, è fissata per il 26 giugno prossimo. Il campione si trova in carcere dal giorno dell’aggressione. Non ha avanzato richieste di attenuazione della misura cautelare e all’interno della casa circondariale si sta impegnando dedicando agli altri il suo tempo destinato alla socialità, impartendo lezioni di boxe. Perennemente in bilico tra cadute e riscatti, Stecca tenterà ancora di rialzarsi dopo il gesto di cui si è reso responsabile. L’accoltellamento è avvenuto nel pomeriggio del 27 dicembre 2013, attorno alle 16.30, all’ingresso della palestra inaugurata appena tre mesi prima e che fino al fattaccio portava il suo nome “Loris Stecca Boxe, Fitness e Dance”. Un sogno, quello dell’ex campione del mondo, che si era materializzato nella zona artigianale di Viserba, in via Pastore, proprio grazie alla socia di maggioranza, Roberta Cester, una 48enne di origine veneta, che aveva investito su di lui dopo averlo conosciuto due anni prima in un meeting di motivazione personale. La parte offesa si costituirà parte civile (è assistita dall’avvocato Flavio Moscatt). La donna venne ferita all’addome. Stando al medico legale interpellato dall’accusa la coltellata avrebbe potuto ucciderla. Stecca ha invece parlato di un «gesto dimostrativo», seguito alle «continue provocazioni» e sostenuto che se avesse voluto ucciderla avrebbe «usato i pugni». Della vicenda si sono occupate anche alcune trasmissioni televisive nelle quali sono state poste a confronto la vittima dell’aggressione e la moglie del pugile, Fiammetta. Al processo sfileranno decine di testimoni e si riparlerà anche di questo. Per evitare inquinamenti il pm Gualdi aveva vietato a Roberta Cester, di rilasciare interviste. Un “decreto di secretazione degli atti” giustificato da specifiche esigenze che imponevano il silenzio su fatti e circostanze oggetto dell’indagine. Il processo, ovviamente, sarà pubblico.

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