Aeradria, la Carim vola verso la Cassazione

Rimini

RIMINI. La Carim riparte dalla Cassazione. Dopo che la Corte di Appello di Bologna ha confermato il crac di Aeradria lo scorso 11 aprile, resta in sospeso il destino dei 51 creditori che avevano proposto i reclami contro la revoca del concordato e contro il fallimento decretato il 26 novembre 2013 dal Tribunale di Rimini.

L’istituto di credito però, come emerso nell’ultimo consiglio di amministrazione di ieri, sembra deciso a non lasciare il percorso a metà e a giocarsi tutte le sue carte nelle aule giudiziarie. Un scelta che non era per niente scontata, come avevano chiarito il presidente della Provincia e Stefano Vitali e il sindaco Andrea Gnassi: «C’è preoccupazione per i creditori. Faranno le loro valutazioni, vedranno se ricorrere in Cassazione».

Una strada che comporterebbe non poche spese in termini economici e che alcuni creditori sarebbero anche per questo intenzionati a non percorrere, perché ormai certi di arrivare a un vincolo cieco che non darà alcuna soddisfazione. L’opzione di gettare la spugna, e rinunciare al terzo grado di giudizio, non riguarda però la Carim, che proprio nell’ultimo Consiglio di amministrazione ha valuto il da farsi per l’immediato futuro. Manca ancora la conferma ufficiale, ma secondo voci vicine all’istituto di credito si tratta solo di una formalità.

Anche perché la banca non è certo da annoverare tra i creditori “normali”. Oltre a essersi fatta promotrice in prima fila del piano di rilancio che puntava al passaggio di mano dell’aeroporto togliendolo dalla gestione degli enti pubblici e facendolo passare a quella dei privati, ha anche in ballo delle somme a sei zeri non proprio di poco conto. Ricordiamo infatti che l’istituto di credito vantava un credito di 9 milioni nei confronti della società di gestione dello scalo riminese, poi fallita. Credito che il curatore dello scalo, Renato Santini, non sembra intenzionato a restituire, stando almeno al progetto di stato passivo depositato nei giorni scorsi in tribunale. A fronte di richieste di insinuazione che sfiorano i 57 milioni di euro, la proposta è stata di riconoscerne soltanto 18. E tra gli esclusi c’è proprio la Carim che vantava da Aeradria nove milioni di euro e non figura neppure tra i creditori da ammettere al pagamento. Facile capire perché la banca, a questo punto, tenterà ogni strada per riuscire ad avere la meglio.

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