La Fiera di Rimini azzera il debito

Rimini

 

 

RIMINI. Il Gruppo Fiera di Rimini nei prossimi tre anni vedrà aumentare fortemente i ricavi, nel 2016 azzererà il debito e dal 2017 tornerà a distribuire dividendi. Lo ha spiegato ieri il presidente della Fiera, Lorenzo Cagnoni, presentando il business plan triennale 2014-2016. Cifre che mostrano un’azienda in piena salute e con importanti margini di crescita.

Bilancio corretto. Il numero uno del quartiere fieristico riminese aggiorna il bilancio 2013: «Credevamo di chiudere l’anno sotto per un milione e 900mila euro, invece il rosso si fermerà a 900mila euro. Di conseguenza l’attivo negli anni della crisi (dal 2008 al 2013) salirà a 2 milioni e 400mila euro».

I nuovi numeri. I ricavi del Gruppo nel 2014 saranno pari a 67.990.593 euro, 76.544.056 nel 2015 e ben 85.757.363 euro nel 2016. In termini di redditività l’Ebitda salirà nel 2014 a 11.563.013 euro, nel 2015 a 12.987.913 e nel 2016 a 17.569.955 euro. L’utile netto di quest’anno sarà pari a 2 milioni e 407mila euro, nel 2015 si prevedono 3 milioni e 508mila mentre la quota 2016 salirà fino a 8 milioni e 688mila euro. «Così dopo tre anni torniamo all’utile al netto delle tasse».

Le prospettive. «Il consolidamento - spiega Cagnoni - sarà possibile grazie a una crescita importante delle nostre manifestazioni leader: Sigep, Ecomondo, Ttg, Rimini Wellness, Enada, Tecnargilla. Puntiamo su ricerca e sviluppo, internazionalizzazione in forma massiccia e strutturata, con un occhio particolare ai mercati di Europa Continentale, Paesi dell’Est, Nord Africa e Brics».

Nuove fiere. Rimini si muove per creare anche altre manifestazioni. Nel 2014 debutterà White Evolution dedicata all’efficienza energetica, nel 2015 sarà la volta di Beer Attraction sul mondo birrario artigianale. Nuovi prodotti arriveranno tramite le acquisizioni. Convention Bureau entro l’anno sarà incorporata in Rimini Fiera, mentre la diversificazione del business delle controllate porterà novità in tema di allestimenti e ristorazione.

L’estero. La Fiera sta lavorando forte sui mercati esteri: «Perché in Italia c’è la crisi, ma nel resto del mondo non è così» precisa Cagnoni. In Brasile sono in fase avanzata i contatti con una società italiana per creare una replica di Ecomondo. Ma il vero cambio di marcia arriverà grazie a Ttg Incontri. «Fino agli anni scorsi, gli operatori venivano a Rimini per comprare l’Italia - spiega l’amministratore delegato del Ttg (società della Fiera) Paolo Audino -. Da quest’anno invece proporremo il turismo dei Paesi del bacino Mediterraneo ai buyers di tutto il mondo. Siamo l’unica fiera europea in grado di puntare a un simile traguardo. E questa è la strategia da perseguire un po’ per tutti gli eventi. Inoltre lavoriamo per ottenere i fondi europei tramite la promozione dei Paesi dell’ex blocco sovietico anche sui mercati esteri». Altra novità lo sviluppo internazionale di piattaforme legate a Sigep (Gelato world tour, World Coffee) e Wellness («esportiamo la fiera Made in Italy»).

Il commento. «A fine 2013 il debito per il pagamento del mutuo della fiera (costata 300 milioni e inaugurata nel 2001), era pari a 14,8 milioni di euro. Nel 2016 il passivo sarà azzerato e con una posizione finanziaria netta di 4,7 milioni. Così dal 2017 potremo distribuire dividendi: partiamo con 3 milioni. Il nostro non è il libro dei sogni - conclude Cagnoni -. Ma un piano realistico, solido e molto competitivo, senza paragoni in campo nazionale».

 

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