Rimini, aggressione sul bus di borseggiatori nomadi per aver messo in guardia i passeggeri

Rimini

RIMINI. Rapina pluriaggravata in concorso, lesioni, minacce, sono i reati dei quali dovranno rispondere, a vario titolo, i quattro nomadi arrestati lo scorso novembre per l’aggressione su un autobus ai danni di un 39enne di origine albanese: per loro il pm Luca Bertuzzi ha chiesto il giudizio immediato.

Aggressione, secondo gli investigatori della polizia, “mascherata” da rapina ma che, in realtà, avrebbe avuto un movente punitivo. La vittima infatti non sarebbe stata scelta a caso: l’albanese più volte aveva messo in guardia ad alta voce gli altri passeggeri degli autobus quando gli capitava di imbattersi nel gruppetto di nomadi dediti ai borseggi sul tram. «Occhio ai portafogli!».

I fatti risalgono al 22 novembre dello scorso anno. L’unica donna del gruppo, 44 anni, aveva spruzzato dello spray al peperoncino sul volto del trentanovenne mentre l’uomo stava salendo sul bus della linea numero 4, attorno alle tredici, nella zona della stazione. Lo scopo apparente era quello di portargli via dal polso un orologio Tag Heuer Carrera del valore di 2.800 euro. Nel trambusto che ne era seguito, infatti, l’uomo, momentaneamente accecato dallo spray, si era sentito sfilare via dal polso l’orologio mentre un complice della donna, poi identificato come un nomade 43enne, lo assaliva frontalmente iniziando a percuotere con calci e pugni, impugnando un coltello a serramanico con il quale tentava di colpirlo al corpo, e, tutti insieme (gli altri due arrestati sono un 31enne e un 23enne facenti parte dello stesso gruppo familiare dei primi due) continuavano a percuoterlo anche con bottigliate alla testa, riducendolo al suolo all’interno dell’autobus.

Mentre i tre uomini si erano allontanati in tutta fretta con il bottino facendo perdere le loro tracce, la donna, invece, era stata bloccata dagli agenti intervenuti sul posto, grazie anche all’indicazione dei testimoni.

Il rapinato, sotto choc per l’aggressione, era stato costretto a farsi medicare dal personale del 118 per contusioni della faccia, del cuoio capelluto e dell’emitorace destro, con una prognosi iniziale di dieci giorni.

Il nomade 43enne deve anche rispondere di minacce nei confronti dell’aggredito al quale, secondo le accuse avrebbe fatto capire che, se voleva rimanere incolume a Rimini non doveva intromettersi nei loro “affari” di borseggiatori operanti sui mezzi pubblici locali.

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