Autovelox non segnalato a Riccione, il giudice di pace di Rimini annulla la multa

Riccione

RIMINI. Il giudice di Pace del Tribunale di Rimini Gabriella Perinetti ha accolto il ricorso di un automobilista 40enne originario della provincia di Pesaro (e della madre intestataria del veicolo), che poco meno di un anno fa aveva preso una contestazione per eccesso di velocità a Riccione, lungo la via Flaminia (all’altezza del numero civico 93), con un autovelox della polizia municipale del corpo intercomunale (Riccione, Misano Adriatico, Coriano). Il giudice ha accolto il ricorso, e condannato la Prefettura al pagamento delle spese in favore dei ricorrenti, perché la presenza dell’apparecchio elettronico non era segnalato e non c'erano i cartelli che avrebbero dovuto indicare il rilevamento della velocità.

La multa, inizialmente di 57 euro (il limite era stato superato per meno di 10 chilometri orari), era poi lievitata a 98 euro dopo la bocciatura di un primo ricorso amministrativo. La prefettura aveva infatti ribadito che il dispositivo arancione sistemato al lato della strada e con il simbolo della polizia municipale, piazzato dopo le ripetute segnalazioni dei cittadini residenti nella zona, fosse ben visibile. L’automobilista, assistito dall’avvocato Catia Pichierri, ha però fatto notare come nelle strade urbane di scorrimento (così come in quelle extraurbane secondarie) l’autovelox può essere sì montato in modalità fissa senza la presenza degli agenti, ma solo previa autorizzazione con tanto di decreto del Prefetto che indichi il chilometro nel quale il dispositivo viene montato. Una garanzia che serve, in particolare, a tutelare le esigenze di sicurezza ed evita eventuali tentativi di fare cassa con le multe da parte dei comuni. L’automobilista non solo ha notato che nel verbale di contestazione dell’infrazione non si faceva riferimento al decreto prefettizio, ma attraverso una verifica su internet ha scoperto che l’autorizzazione non esisteva proprio.

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