Cattolica, compra borse dai rifugiati in Niger per donarle ai suoi clienti

CATTOLICA. Il confine tra solidarietà ed elemosina è spesso labile, con il suo progetto Silvia Cancellieri, imprenditrice nel settore della pasticceria, che a Cattolica gestisce la caffetteria Angolo 137, è riuscita invece a creare un canale di solidarietà valorizzando il lavoro di persone che, nel sud del mondo, hanno perso tutto o quasi.

«L’iniziativa è nata da un’amicizia – spiega – l’estate scorsa una ragazza che collabora con un’organizzazione umanitaria statunitense e opera a Niamey, in Niger, è venuta a trovarmi e, tra le altre cose, mi ha raccontato di queste persone, scappate da alcuni paesi dell’Africa, che realizzano dei piccoli manufatti che poi rimangono inutilizzati non essendoci un vero mercato: borse realizzate in materiale plastico, monili, oggetti in pelle ed altro ancora».

In Niger giungono rifugiati provenienti dal confinante Mali, dal Burkina Faso, ma anche dalla Libia. Popolazioni in fuga ritrovatesi a vivere una situazione difficile.

«Io ho aperto il bar nel giugno del 2018 – spiega Silvia – ho pensato che avrei potuto dare un premio fedeltà ai miei clienti perché è grazie a loro, che continuano a venire, a sceglierci, se possiamo andare avanti. Così ho pensato proprio a quei prodotti. Mi sono detta che se lavoravano, non avrebbero avuto la necessità di prendere un barcone e rischiare la vita. Ho iniziato acquistando 300 borse di misure e motivi differenti. Con una tessera fedeltà, raggiunte le 10 consumazioni, se ne riceve una in omaggio. Al momento ne ho già distribuite circa 180».

Un’iniziativa virtuosa dunque, che fidelizza la clientela di un’attività impegnata a dare lavoro a una decina di dipendenti e, nel contempo, crea una piccola fonte di reddito per famiglie che, nonostante siano rifugiate, non hanno perso la propria dignità e la voglia di fare.

«E’ un progetto che si può ampliare e può essere fatto proprio anche da altre realtà del nostro territorio, inoltre da questa prima esperienza, stanno prendendo forma altre idee che spero possano essere presto concretizzate. Nel mio piccolo – conclude Silvia – voglio fare qualcosa per aiutare gli altri».

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