Zona Marano a Riccione, rischio stop per i bagni. Il Comune chiama l’università di Milano

Riccione

RICCIONE. Pericolo divieto di balneazione permanente al Marano nel 2021. Il Comune si muove con il Politecnico di Milano per evitarlo. Il rischio riguarda la zona sud della foce, mentre a nord sono migliorati. Se nel 2014 infatti ha avuto una valutazione delle acque «scarsa», nel 2015 e nel 2016 «in attesa di classificazione», «negli ultimi due anni i parametri sono migliorati - spiega l’assessora all’Ambiente, Lea Ermeti - e la classificazione è passata da sufficiente a buona».

Se tra due anni la qualità delle acque prelevate a sud della foce non dovessero migliorare il divieto di balneazione permanente riguarderebbe un tratto di 300 metri. «Stiamo mettendo in campo nuove operazioni per garantire la qualità delle acque del torrente Marano, confermando azioni virtuose che negli ultimi due anni hanno avuto buoni riscontri. Questa settimana è in programma un incontro operativo di un apposito gruppo di lavoro costituito a seguito dell’avvio di uno studio che coinvolge il Politecnico di Milano, in modo tale da non tralasciare alcun aspetto che possa influire sullo stato di balneazione in prossimità del Marano».

L’amministrazione ha dato incarico al Politecnico e a uno studio tecnico di idraulica di Rimini, di redigere uno studio complessivo su tutti parametri del fiume, anche approfondimenti di tipo orografico, quindi sulla pendenza del fondale, larghezza dell’alveo, sui dei sedimenti e sugli sfioratori. La finalità è trovare le cause che determinano la scarsa qualità delle acque. Controlli e manutenzione, con il taglio della vegetazione sugli argini dal ponte della ferrovia al ponte di viale D’Annunzio, verranno eseguiti per verificare il corretto scorrimento dell’acqua. Verrà anche sistemato il canale, raddrizzando le sponde per altri 25 metri nella parte finale e sarà rimosso il cordone sabbioso che si forma dove il fiume incontra il mare a causa delle mareggiate. «Le attività di controllo sono diverse, non solo quindi semplice manutenzione, ma controlli eseguiti a intervalli regolari - aggiunge Ermeti -, le nostre acque e il loro ecosistema hanno bisogno di tutele costanti, di interventi mirati e continuativi, per conservare e preservare l’ambiente troppo spesso messo a dura prova da fattori antropici che ne minano la salubrità».

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