"Ucciso per caso" a Rimini, perizia psichiatrica per l’omicida. Processo a febbraio

Rimini

RIMINI. Makha Niang, il giovane africano freddato da un colpo di pistola “vagante” nella notte tra il 17 e 18 aprile 2018 lungo via Coletti, è stato la vittima casuale di un assassino folle. È l’ipotesi che si fa strada dopo l’esito di una consulenza psichiatrica sull’accusato del delitto, Genard Llanaj, 27 anni, difeso dall’avvocato Tiziana Casali. Le conclusioni non sono state depositate, ma il legale ha chiesto verbalmente al pm una perizia psichiatrica, tanto da indurre il Gip dell’udienza preliminare Manuel Bianchi ad anticipare la data dell’udienza al 14 febbraio prossimo.

Llanaj si è sempre avvalso della facoltà di non rispondere, dichiarandosi innocente. C’è da chiedersi però che cosa abbia invece rivelato al consulente che lo ha esaminato in carcere per determinare la necessità di valutare la sua stessa capacità di intendere e di volere al momento del fatto. Llanaj risulta essere stato un forte assuntore di cocaina, aveva già sparato con l’arma del delitto all’interno di una abitazione dove era da solo e senza ragioni apparenti. Infine, non conosceva la vittima, come hanno accertato le indagini del pm Paolo Gengarelli.

Makha Niang, senegalese, aveva 26 anni, lavorava nella cucina di un ristorante. Aveva passato l’ultima sera della sua breve con i due suoi coinquilini e poi alle 23,30 era andato via con la sua bicicletta con l’intenzione di incontrare un’amica. Un bravo ragazzo, senza macchia, gran lavoratore, il cui unico scopo era avere uno stipendio da potere mandare a casa. Quella notte fu freddato da due colpi di pistola esplosi dall’interno di un Suv nero con un uomo a bordo. Il fuoristrada fu visto dapprima «rallentare e poi, in prossimità dell’incrocio, fare capolino e arrestarsi» a pochi metri da lui. Un bersaglio del tutto casuale.

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