Sulle visite dei sottosegretari i sindaci giallo-verdi del Riminese smorzano i toni

Forlì

RIMINI. Acqua sull’incendio provocato dalle visite ritenute “carbonare” dei sottosegretari all’Interno Nicola Molteni e alla giustizia Jacopo Morrone nei giorni scorsi in Romagna che avevano scatenato il disappunto dei sindaci di Rimini Andrea Gnassi e di Forlì Davide Drei per il mancato coinvolgimento delle istituzioni.

A smorzare i toni intervengono il senatore del M5s Marco Croatti, il presidente della Provincia di Rimini, Riziero Santi e i sindaci di Riccione Renata Tosi, di Bellaria Igea Marina Enzo Ceccarelli, di Morciano Giorgio Ciotti, di Coriano Domenica Spinelli, di Mondaino Matteo Gnaccolini, di Montefiore Conca Vally Cipriani, di Cattolica Mariano Gennari, di Pennabilli Mauro Giannini, di Novafeltria Stefano Zanchini e di Sant’Agata Feltria Paolo Ricci.

Croatti, nel commentare l’accaduto, ha invitato “tutti i componenti politici della città a non mettere in difficoltà i nostri rappresentanti dello Stato. Non si possono valutare le ragioni per cui due sottosegretari di Governo abbiano avuto un incontro con prefetto e questore senza la presenza del sindaco. Non mi pare proprio il caso di stracciarsi le vesti e fare polemica sui mezzi di informazione tanto più che stiamo parlando di due rappresentanti dello Stato senza colore politico che hanno sempre svolto il loro compito a tutela dei cittadini senza mai aver dato adito a critiche di qualsivoglia tipo. Dispiace ancor più che chi è all’opposizione in parlamento colga l’occasione per creare un caso che non esiste tanto da minacciare imminenti interrogazioni. Rimini da anni soffre per la mancanza di una sede adeguata della Questura e i tutori dell’ordine con spirito di sacrificio hanno dimostrato di saper svolgere comunque il loro lavoro con efficace professionalità. Questo è l’interesse preminente della città e ben vengano incontri istituzionali con i rappresentanti delle istituzioni e del Governo per risolvere un annoso problema. Il rispetto reciproco non deve mai venire meno e le legittime doglianze, nel caso, vanno fatte all’insegna di una maggiore collaborazione e non minacciando rottura dei rapporti. Questo è quello che serve per il bene della città”.

Riziero Santi parla invece di “una giornata da resettare. Può succedere che non ne vada dritta una. E' successo. Un Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza convocato a mo di conferenza con passerella sul podio, una strana scaletta burocratica degli interventi dei sindaci imposta e fatta in base al numero degli abitanti (poi anche questa non rispettata) e non in base a chi chiede di intervenire. Il diniego di intervento alla provincia nonostante la legge 121/81 ne preveda la presenza attiva in Comitato, una conclusione incerta e priva di decisioni, l'inspiegabile silenzio sull'incontro che sarebbe seguito con rappresentanti del governo sullo stesso argomento, la presenza di un segretario di partito con tanto di foto in posa. Chiaro che tutto questo non poteva che suscitare indignazione da parte dei sindaci che sono i rappresentanti istituzionali del territorio. Le istituzioni devono dialogare apertamente e nel rispetto dei ruoli, come giustamente mi ha riconfermato anche ieri il prefetto. Resettiamo la giornata di Giovedì e ripartiamo dal "Patto" sottoscritto e da corrette relazioni istituzionali”.

E anche i sindaci giallo-verdi del Riminese, con una nota congiunta, invitano a valutare quanto di positivo emerso dai colloqui svolti. “La recente visita di ben due Sottosegretari dello Stato, per vedere con i propri occhi e toccare con mano la situazione di stallo cui versa la Questura di Rimini, riteniamo sia stata una grande opportunità perché il sottosegretario all’Interno Nicola Molteni e il sottosegretario alla giustizia Jacopo Morrone hanno dato prova tangibile dell’interesse e della volontà di individuare, una volta per tutte, una sede che possa permettere di lavorare in maniera dignitosa e con tutti i mezzi necessari alle forze di polizia del nostro territorio. Una visita istituzionale che noi riteniamo sia stata di grande rilevanza per velocizzare e trovare, nel più breve tempo possibile, la strada più idonea, così da uscire da uno stallo ultradecennale sotto gli occhi di tutti. Il sopralluogo alla presenza dei rappresentanti dello Stato, quali sono il prefetto e il questore, riteniamo sia stato un grande segnale di vicinanza al territorio. Quando il Governo, di qualunque colore esso sia, pone l’attenzione su un territorio con una visita specifica, non possiamo esserne che soddisfatti. Quando sentiamo assicurazioni da esponenti di Governo, tali per cui si adopererà in ogni modo per dare una sede dignitosa agli agenti di Polizia con l’adeguamento di un immobile, seppur in via transitoria, noi in virtù della fascia tricolore che indossiamo ne siamo lieti. Questa è la nostra priorità. Perché di questo si è trattato. Affrontare a piene mani una priorità, senza passerelle istituzionali alle quali eravamo abituati ad assistere in passato. Ciò che conta, è che rappresentati dello Stato e del Governo, abbiano visto da vicino la gravità cui versa la situazione della questura di Rimini. Toni straordinariamente sopra le righe non aiutano a risolvere il problema della nuova questura e, francamente, preferiamo risparmiarli alle nostre città. La cronistoria e la scansione di una visita istituzionale di grande rilievo per il territorio provinciale, non ci interessa. Contano i fatti e su questi siamo fiduciosi”.

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