A Santarcangelo gli studenti diventano investigatori e trovano la figlia di due deportati

RIMINI. Il ministero li ha ribattezzati Compiti di realtà, ma quella toccata con mano dagli studenti della 2F e della 3E 2017-18 della scuola media Teresa Franchini di Santarcangelo è una realtà quasi da far accapponare la pelle. Partendo dal libro Con foglio di via in cui Lidia Maggioli (ex preside del Serpieri) e Antonio Mazzoni hanno ricostruito le storie di internamento in Alta Valmarecchia fra il 1940 e il 1944 e sotto la regia di una sorta di comitato scientifico di cinque insegnanti, gli adolescenti si sono infatti trasformati in super “detective storici” e attraverso una lunga ricerca negli Archivi di Stato italiani, la Kinder Transport Association di Washington e l’ Association of Juice Refugees di Londra sono riusciti a trovare e contattare una nipote e la figlia di una coppia di ebrei tedeschi internati fra il ’41 e il ’44 a Pennabilli. Un lavoro per cui la sindaca Alice Parma li ha premiati in municipio alla cerimonia di saluto di fine anno («Per avere ampliato la memoria della Shoah in Valmarecchia»). Una storia che i ragazzi illustreranno sabato mattina, nella stessa sala consiliare, alla cittadinanza. Ci saranno i due autori, in occasione delle celebrazioni per la Giornata della Memoria 2019, che li vedrà poi accompagnare la prima cittadina allo Sferisterio per deporre una corona d’alloro alla targa dedicata ai deportati e alle vittime santarcangiolesi dei campi di concentramento e osservare un minuto di raccoglimento in ricordo delle 118 persone fra militari, civili e partigiani deportati dai nazifascisti.

“Searching Schwarz”

Sono state le insegnanti Laura Bracci e Valentina Mase, con il supporto delle colleghe di sostegno Maia Baldini e Sabina Pianese e di quella di inglese Simona Vagnoni, ad appassionare gli alunni alla vicenda di Karl Schwarz e Margharete Sara Linser, come detto fra la quarantina di ebrei deportati fra Pennabilli, Sant’Agata Feltria e San Leo. Ed è proprio Searching Schwarz il titolo dato al progetto dagli stessi ragazzi, che hanno anche aperto un blog ribattezzato searchingschwarz.blogspot.it per documentare la certosina attività.

«Durante l’anno precedente avevamo parlato in classe del Kindertransport, iniziativa con cui l’Inghilterra dopo le leggi razziali e la Notte dei Cristalli aveva accolto 10mila bambini ebrei dandoli in affido alle famiglie. Un’attività didattica che si è incrociata con il libro Con foglio di via in cui abbiamo scoperto che i coniugi Schwarz avevano tre figli che, in una lettera inviata all’Associazione Gildemenster, risultavano probabilmente a Londra» raccontano Bracci e Mase, spiegando che la prima tappa è stato l’Archivio di Stato di Pesaro, competente per territorio visto che l’Alta Valmarecchia al tempo era nelle Marche. «Abbiamo scansionato e analizzato i primi documenti ed è scattato un lavoro vero e proprio inserito fra quelli che la scuola oggi chiama “compiti di realtà”. Il passo successivo è stato scrivere alla Kinder Transport Association a Washington (cui abbiamo spiegato che c’erano tre bimbi figli della famiglia Schwarz di cui non conoscevamo sesso ed età ed erano stati portati in Inghilterra nel 1938) e alla Association of Juice Refugees di Londra, un’associazione di ebrei inglesi creata dai discendenti. Dagli Usa ci hanno risposto che non avevano archivi storici e ci hanno fornito i recapiti di una serie di Fondazioni in Europa cui rivolgerci, ma mentre stavamo pensando di contattarle ecco il canale giusto».

“Chi l’ha visto?” in salsa inglese

«L’Ajr ha pubblicato nel suo bollettino un annuncio di ricerca persone e siamo stati contattati da un ultranovantenne di Londra, Peter Lobbenberg: un ebreo tedesco appassionato di ricerche genealogiche che pur non essendo parente si è messo in moto e ha trovato la nipote di Franz e Margarhete: Rachel. E’ stata lei a confermarci che i figli erano due maschi nel frattempo deceduti, Fritz e Josef, ed Erica, classe 1929 ancora viva e ospitata in una casa di riposo. Erica che ci ha scritto una mail il 3 giugno scorso in cui diceva di essere nata il 3 giugno 1929, una coincidenza parsa incredibile: gli studenti le hanno quindi inviato un video di auguri in lingua inglese, cui lei ha risposto spiegando che là il primo numero riguarda il mese ed era nata il 6 marzo. Un ultimo contatto simpatico, ma… missione compiuta al punto che anche gli studenti di quest’anno vorrebbero fare a loro volta ricerche su altre famiglie».

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