Nelle case popolari con 700mila euro denunciata centenaria di Rimini

Rimini

RIMINI. Una vita trascorsa nella casa popolare ma quell’ingente patrimonio ereditato l’ha messa nei guai: una centenaria è stata denunciata per indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato. Si tratta di una delle tante vicende emerse nel sottobosco degli alloggi Acer, dove ogni anno cercano di fare luce numerosi controlli da parte di Agenzia delle entrate e Finanza, per capire chi ha diritto ad abitare in quel tipo di case destinate alle fasce più povere. Sono state proprio le indagini delle Fiamme gialle e le verifiche incrociate dei database tra Fisco e Inps a fare suonare il campanello di allarme che ha riguardato anche altri quattro inquilini, oltre all’anziana donna, che occupavano abitazioni popolari senza averne i requisiti e pagavano cifre considerate troppo basse rispetto ai loro patrimoni.

Incrocio dei dati

Tutto parte dalla dichiarazione Isee presentata nel 2014, documento che in pratica sintetizza la condizione economica di una persona o di un nucleo familiare. La centenaria aveva però ricevuto grazie a un lascito testamentario attorno ai 700mila euro. Tanti soldi, insomma, che la facevano uscire in automatico da una fascia di bisogno a una di agiatezza. E tutto quel denaro è rimasto nascosto a lungo visto che, con una delibera regionale del 2015, si stabiliva che gli inquilini delle case popolari potevano utilizzare anche per gli anni a seguire l’Isee 2014 per stabilire i canoni da pagare. A quel punto, quindi, la donna avrebbe dovuto modificare la dichiarazione 2014 per non godere delle illecite agevolazioni di cui ha invece usufruito negli anni a seguire. E avrebbe dovuto informare il Comune in modo da consentire il ricalcolo del canone.

Sequestro soldi

Questo però non è avvenuto e anche per gli altri quattro denunciati la procura ha richiesto il sequestro preventivo della differenza tra gli affitti pagati e quelli che avrebbero dovuto versare. Richiesta respinta due volte dal giudice per indagini preliminari, in settembre e in ottobre, ma accolta poche settimane fa dal Tribunale del riesame che ha ravvisato il dolo degli indagati nel momento in cui questi hanno omesso di rettificare la dichiarazione Isee 2014 utilizzata per stabilire le eventuali agevolazioni. Per la centenaria riminese, difesa dall’avvocato Luca Greco, si tratta di una somma poco superiore ai 20mila euro. E il legale ha spiegato che presenterà ricorso in Cassazione. Intanto, per la donna e le altre persone a cui è stato trovato un patrimonio considerato ingente è scattata la procedura di decadenza, ovvero quell’iter che le amministrazioni comunali avviano per recuperare l’immobile ritenuto occupato senza averne i requisiti.

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