Dalla Guinea a Rimini, la storia di L. "esemplare esperienza di accoglienza"

Rimini

RIMINI. Proseguirà l’esperienza di vita a Rimini di L., ragazzino proveniente dalla Guinea e accolto con un progetto Sprar. L'Amministrazione ha infatti stanziato un contributo per consentire alla famiglia affidataria di proseguire in questa "esemplare esperienza di accoglienza".

Era il 27 dicembre del 2016 quando L. viene accolto insieme al fratello maggiore nel progetto Sprar rivolto ai minori non accompagnati. Due anni dopo, da poco maggiorenne, grazie anche al progetto di inserimento coordinato dal Comune, ora prosegue il suo percorso di integrazione vivendo e condividendo tempo e quotidianità in una famiglia riminese. I due fratelli sono stati inseriti in un centro di accoglienza straordinario gestito dalla onlus Casa Karibu' e L. sin da subito dimostra "una spiccata capacità di intessere relazioni con i coetanei e con gli adulti di riferimento". Durante l'esperienza scolastica stringe amicizia con un giovane di origine rumena, affidato a una famiglia riminese. Lo vede spesso e lo va a trovare anche a casa. Così la famiglia si propone per l'affido.

L'equipe di progetto, di concerto con il tutore e il servizio delegato di Tutela minori preposto, dopo aver anche sentito il fratello maggiore di L., oggi inserito nel progetto Sprar adulti, valuta positivamente la possibilità di sperimentare un percorso di affido. Che inizia l'1 giugno scorso, per concludersi con il raggiungimento della maggiore età, festeggiata lo scorso 12 agosto. Durante questi due mesi e mezzo il ragazzo è stato attentamente seguito dai responsabili del progetto che hanno rilevato l'instaurarsi di "relazioni e legami familiari sereni e improntati al sostegno nel raggiungimento dell'autonomia".

La famiglia affidataria ha supportato e aiutato L. in questo percorso, agevolando gli incontri con il fratello maggiore, "una figura importante per il ragazzo", aggiunge la vicesindaco Gloria Lisi. "A dimostrazione – sottolinea - di quanto stia diventando sempre più fondamentale il contributo e la sensibilità del tessuto civile". Questa esperienza di affido, seppur breve, si è infatti rivelata "fruttuosa per i legami e le relazioni che non solo il giovane L. ma anche il fratello hanno potuto costruire e consolidare con le persone e con il territorio". Da qui quindi la decisione di proseguire nel percorso, avviando un progetto individualizzato di "accoglienza in famiglia" attraverso i fondi del progetto Sprar almeno fino al 12 febbraio 2019. "Un'esperienza che può servire al giovane per raggiungere un effettivo inserimento nel contesto socio-lavorativo e abitativo - conclude la vicesindaco - e che dimostra ancora una volta quali opportunità si rischiano di perdere compromettendo il progetto Sprar".

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