"Ruota panoramica abusiva", la Procura di Rimini chiede il processo

Rimini

RIMINI. La ruota panoramica di Rimini, installata sul molo levante del porto canale, in pochi anni diventato un simbolo cittadino, fu costruita senza permesso. Sorse, quindi, priva di nullaosta sismico, autorizzazione paesaggistica e perse la natura di spettacolo viaggiante quando trascorse il suo primo inverno al porto. Il tentativo di mettere una “pezza” retroattiva con una sanatoria in deroga e a termine per renderla di pubblico interesse non avrebbe quindi annullato il “buco” iniziale.

È questa, almeno, l’interpretazione della procura di Rimini che ha chiesto il rinvio a giudizio per tre persone, coinvolte nella vicenda, e accusate a vario titolo di abuso edilizio, abuso d’ufficio e falso. Si tratta di una lettura dei fatti e delle carte che gli imputati respingono: sarà il giudice del tribunale di Rimini, Vinicio Cantarini, a stabilire a breve (l’udienza è già stata fissata) se gli accusati dovranno essere processati a meno. Rischiano di finire alla sbarra un ex dirigente comunale (abuso d’ufficio e falso in atto pubblico), difeso dagli avvocati Vittorino Cagnoni e Maurizio Ghinelli; il legale della società “The Wheel” che eresse senza permesso la prima ruota (abuso edilizio), difeso dall’avvocato Giancarlo Pasini; e un tecnico della medesima società che firmò il progetto di conformità antisismica (l’accusa è falso), difeso dell’avvocato Giancarlo Migani.

Il problema nasce nel momento in cui la “giostra” rimane in piedi per la prima volta più di sei mesi, trasformandosi, secondo l’accusa, in “opera” stabile. È il Movimento 5Stelle, cinque anni fa, a porsi per primo il dubbio riguardo al fatto che non tutto giri per il verso giusto e a sollevare il problema. Il caso diviene ben presto giudiziario. La procura, però, nelle sue conclusioni, esclude responsabilità politiche in capo agli amministratori sebbene la delibera del consiglio comunale nel febbraio 2014 sulla sanatoria (per edifici pubblici e di pubblico interesse) sarebbe da ritenersi illegittima. Giunta e consiglieri, infatti, sarebbero stati tratti in errore dall’allora dirigente del Suap (sportello unico attività produttive) che aveva fornito un parere orientativo di regolarità tecnica.

I difensori dell’ex dirigente, ora in pensione, fanno notare come lui, prima di dare l’ok si fosse munito di altri pareri a monte, compreso quello di un legale “esterno”. La battaglia davanti al Gup si annuncia vibrante, la materia è complessa. Il pm, dalla sua, ha una consulenza tecnica che avvalora le sue ipotesi.

L’accusa oltre a negare lo status di pubblico interesse per un’attrazione “privata” (i difensori però ricordano il precedente milanese del PalaTrussardi) contesta la possibilità stessa di piazzare una struttura stabile in un’area, come quella del porto, «soggetta a vincoli di parcheggi e di strada». Gli accertamenti sono stati effettuati dalla sezione aeronavale della guardia di finanza di Rimini.

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