Stuprata a Capodanno a Rimini. Turista denuncia: "Violenza in auto"

Rimini

RIMINI. «Violentata da uno sconosciuto che si era offerto di riportarmi in albergo, nell’abitacolo del suo furgone e poi abbandonata in mezzo alla strada». Una turista 25enne, originaria dell’Africa ma domiciliata in Francia dove studia e attualmente in vacanza in Italia con un gruppo di amiche, ha denunciato di essere stata stuprata mentre a Rimini impazzava la festa. Accompagnata al pronto soccorso è apparsa disperata e sotto choc, ma senza lesioni evidenti. Sulla vicenda indagano i carabinieri.

La giovane donna partecipava assieme al proprio gruppo alla festa di Capodanno organizzata al palazzetto Rds di Rimini. A un certo punto, però, sostiene di avere perso di vista, nella calca, le ragazze che erano con lei. Disorientata (la giovane non parla italiano, si esprime prevalentemente in francese e avrebbe bevuto qualche bicchiere di troppo stando agli investigatori), ha cercato l’aiuto di altri avventori. Secondo il suo racconto, comprensibilmente confuso vista la situazione, mentre si avvia a piedi, viene avvicinata da un ragazzo italiano che si offre di riportarla in hotel. Potrebbe trattarsi di uno dei tanti conducenti che l’altra notte hanno offerto un servizio navetta da e per il palazzetto, a partire da vari centri di raccolta anche fuori provincia. «Lui aveva un mini-van di colore bianco». Una volta a bordo, però, l’uomo avrebbe rivelato le sue vere intenzioni e, dopo essersi fermato in un luogo appartato, l’avrebbe costretta ad avere con lui un rapporto sessuale, anche se lei non rammenta i dettagli della violenza. Poi, una volta fatti i suoi comodi, ha scaricato la studentessa in mezzo alla strada.

La ragazza, in qualche modo, è riuscita a raggiungere l’hotel dove le amiche la stavano aspettando. Per prima cosa ha fatto una doccia, poi, ha rivelato l’accaduto. In hotel è arrivata, a quel punto, una pattuglia del nucleo radiomobile dei carabinieri. Accompagnata in ospedale, quando ormai era l’alba, la turista è stata visitata dai medici. Ha pianto a dirotto per tutto il tempo: spaventata, in preda all’ansia, e per niente a suo agio anche per l’imbarazzo di doversi spogliare. Nel certificato medico non si fa riferimento a lesioni evidenti, e ai dolori alle braccia e alle gambe, lamentate dalla paziente, non corrispondono altrettanto evidenti segni di ematomi. Non si capisce, però, per quale ragione, avrebbe dovuto inventarsi una storia simile se non fosse vera: il terrore potrebbe averla spinta a subire la violenza senza reagire per evitare guai peggiori. Lo stesso choc, potrebbe impedirle di diradare la nebbia che avvolge il ricordo di quei brutti momenti. Non ha memoria, almeno finora, di alcun dettaglio utile all’identificazione del conducente.

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