RICCIONE. Lui a fare la bella vita. La sorella e la moglie a battere sui marciapiedi tra Miramare e Riccione. Ma se per “il sangue del suo sangue” si trattava di un modo per contribuire volontariamente agli affari di famiglia e controllare che le ragazze della “scuderia” svolgessero al meglio il proprio lavoro, per la giovane consorte era un “obbligo” cui non ci si poteva sottrarre, a rischio ritorsioni.
È lo scenario emerso dall’ultima indagine sul racket della prostituzione, condotta dagli investigatori del Nucleo operativo della Compagnia di Riccione che ha portato il Pm Davide Ercolani, a chiedere al Gip Vinicio Cantarini, l’emissione di quattro ordinanze per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Ai Casetti è così finito Aurelian Cosmin Stefan, 33 anni, cittadino romeno, in Italia senza un domicilio fisso.
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