Rimini, pusher violento: "Dammi i soldi della droga o brucio vivo te e tuo figlio"

Rimini

RIMINI. Gli ha spaccato la faccia con un paio di pugni, ha minacciato di fare altrettanto con la moglie e il figlio se non avesse saldato un presunto debito contratto quando ancora si faceva con eroina a cocaina. Un vero e proprio incubo quello fatto vivere da Roberto Fabbri, santarcangiolese classe 1974, cui il giudice per le indagini preliminari Vinicio Cantarini, ha notificato nei giorni scorsi, un’ordinanza di custodia cautelare per i reati di tentata estorsione e lesioni personali aggravate. Provvedimento consegnato al 44enne nel carcere dove sta scontando una condanna definitiva per detenzione e spaccio di stupefacenti.

Estate di paura

Sono stati due gli episodi salienti che hanno portato la coppia a chiedere aiuto ai carabinieri. Da 24 mesi Fabbri, quando incontrava il “vecchio” cliente, uscito ormai dal tunnel della droga, chiedeva di essere saldato per vecchie forniture di stupefacenti. Cocaina che la vittima, ha messo a verbale, il pusher in diverse occasioni gli aveva regalato e non venduto quando ancora si faceva. Fabbri, a sua volta consumatore, a secondo delle proprie disponibilità economiche, variava le richieste di denaro: 300, 600 e mille euro, per scendere fino a cento se la crisi di astinenza era in corso.

Il primo raid è avvenuto il 18 luglio. Erano le 20 circa, quando Fabbri, scortato da un guardaspalle sconosciuto ai coniugi, si è attaccato al campanello della loro abitazione. Non ricevendo risposte ha scavalcato il cancello, raggiunto la porta, che ha iniziato a prendere a pugni e calci, urlando di volere i propri soldi. L’incursione era finita solo quando la moglie del suo bersaglio gli ha urlato che i carabinieri stavano arrivando.

Il secondo episodio, quello più violento, è avvenuto la mattina del 13 agosto, nel bar dove un tempo si incontravano anche per gli scambi di droga. Fabbri, all’epoca ai domiciliari che poteva lasciare solo per andare al lavoro, dopo aver fatto girare la sua vittima con un calcio, lo ha prima schiaffeggiato e poi colpito con una testata al volto. Divisi dal barista, gli aveva ripetuto la richiesta di denaro. Questa volta, però, se ne era andato minacciando che avrebbe iniziato a prendersela con sua moglie, con il figlioletto di 4 anni «bruciandoci vivi mentre dormivamo». Il giorno di Ferragosto, anzichè andare al mare, marito e moglie sono presentati dai carabinieri dove hanno formalizzato la denuncia che ha portato all’emissione del nuovo provvedimento restrittivo.

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