Morta suicida dopo i soprusi: marito in manette a Rimini
«Non farei mai del male a mia figlia» ha detto l’uomo nel corso dell’interrogatorio di garanzia. «Ma quale vendetta? Se ho detto delle frasi sbagliate è stato solo per il dolore di tutto quello che è accaduto». L’accusato avrebbe minimizzato anche i dissapori con la ex moglie, negando in particolare di avere fatto ricorso alla violenza fisica per sopraffarla e intimidirla.
Contro di lui restano, però, le parole della moglie che, assistita dall’avvocato Roberta Calderisi, dopo un aver seguito un percorso di ricostruzione psicologica grazie all’assistenza dell’associazione “Rompi il silenzio” aveva deciso di denunciare l’uomo raccontando nel dettaglio i soprusi subiti durante gli anni trascorsi insieme. Nessuno poteva immaginare, ormai a un passo dalla riconquista della propria libertà, quanto profonde potessero essere le ferite dell’anima e del cuore. In suo nome oggi si svolgerà una camminata cittadina (vedi altro articolo in pagina ndr) così come annunciato nei giorni scorsi dalla vice sindaca Gloria Lisi. Le donne accolte dall’inizio dell’anno al 31 ottobre scorso dall’associazione “Rompi il silenzio”, stando ai dati della presidente Paola Gualano, sono state 233. Tra loro 207 si reputano vittime di violenze di vario genere tra le mura familiari: fisica in 113 casi, 88 economica e 20 sessuale.