Trema la terra a Rimini, decine di chiamate ai vigili del fuoco, treni bloccati per ore

Rimini

RIMINI. Un terremoto di magnitudo locale 4.2 si è verificato alle 13.48 di ieri quattro chilometri a est di Santarcangelo (a sei chilometri da Rimini) a una profondità di 43 chilometri. La scossa è stata avvertita distintamente in una zona molto vasta, a partire da tutte le province della Romagna, ma in particolare a Rimini, Forlì e Cesena. E anche nelle vicine Marche e Toscana. Secondo verifiche dettagliate l’epicentro si troverebbe nei pressi del cavalcavia dell’autostrada, in località Santa Giustina.

L’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) spiega che «l’evento è stato localizzato in un’area ad alta pericolosità sismica. Un’area che quasi coincide con il terremoto che si è verificato nel lontano 26 marzo 1911 di magnitudo stimata 5.0 con risentimenti massimi fino al sesto grado della scala Mercalli».

Controlli nelle scuole

Immediati i controlli sugli edifici pubblici, con le scuole in prima linea, sia da parte del Comune di Santarcangelo che da parte del Comune di Rimini. «Nel corso del pomeriggio di ieri – spiega l’amministrazione clementina – due squadre di tecnici hanno eseguito le verifiche senza rilevare danni e criticità. Pertanto oggi le scuole saranno regolarmente aperte. Al momento non sono state registrate segnalazioni relative a danni o lesioni a persone e proprietà private».

«Nella giornata di domani – precisa il Comune di Santarcangelo – i sopralluoghi proseguiranno con le verifiche alle grotte tufacee (chiuse dal primo pomeriggio di ieri in via precauzionale), ai cimiteri e in altri edifici pubblici. Ringraziamo i vigili del fuoco e la Questura per l’immediata disponibilità e collaborazione ricevuta».

Rimini ha ultimato nel tardo pomeriggio di ieri le verifiche nei 54 edifici scolastici: «Non è emerso nessun problema nel corso dei sopralluoghi che sono cominciati proprio dalle strutture scolastiche comunali di Santa Giustina, la località più vicina all’epicentro del terremoto. I controlli hanno visto all’opera cinque squadre formate da una quindicina di tecnici della Direzione Lavori pubblici del Comune di Rimini e di Anthea a cui hanno partecipato anche il sindaco Andrea Gnassi e gli assessori Anna Montini e Mattia Morolli, con delega, rispettivamente, alla protezione civile e alla scuola».

«Un risultato confortante – aggiunge Palazzo Garampi – che ha portato alla conferma che oggi lo svolgimento dell’attività didattica sarà regolare in tutte le scuole riminesi. Le squadre opereranno fino alla completa verifica di tutti gli edifici scolastici comunali proseguendo anche oggi nelle operazioni».

Treni, che ritardi

Quella di ieri è stata però una giornata di passione per Trenitalia. Molti treni della linea adriatica infatti hanno accumulato fortissimi ritardi e qualcuno è giunto a destinazione quasi tre ore dopo. Tensioni si sono accumulate sull’Eurostar 8818 in partenza da Pesaro alle 13.55 che è stato bloccato per quasi due ore e mezza alla stazione di Cattolica. Il personale del Frecciabianca ha spiegato che lo stop del convoglio era dovuto alle verifiche in corso sulla linea per valutare che non vi fossero danni, controlli che hanno riguardato l’intera tratta da Cattolica sino a oltre Santarcangelo. Le proteste sono scoppiate, però, di fronte alla richiesta di una ventina di passeggeri che chiedevano di poter scendere dal treno per poter raggiungere in auto i posti di lavoro, luoghi di studio e pure l’aeroporto, mentre altri solo per prendere una boccata d’aria.

Il capotreno però non ha dato il via libera all’apertura delle porte, spiegando di non avere il permesso dalla sede centrale, perché quella di Cattolica era una fermata non prevista. A quel punto un viaggiatore ha chiesto l’intervento dei carabinieri paventando il sequestro di persona, un altro ha chiamato la polizia per far presente le proprie rimostranze. La situazione si è sbloccata dopo mezz’ora quando è arrivato l’ok per aprire le porte. Per la cronaca il treno è ripartito da Cattolica solo intorno alle 16.30, oltre due ore dopo lo stop forzato.

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