«Io non c'entro, ora faccio il pensionato»

Non è stato chiamato, almeno finora, a fornire eventuali delucidazioni, ma ribadisce di non avere niente da nascondere, neppure riguardo, ad esempio al canone mai pagato. «Me ne sono accorto in ritardo, ma avrebbero dovuto rispondere al tribunale, invece non hanno tirato fuori nemmeno un franco per i creditori, ma certo questo non può essere imputato a me. Anche io mi sono sentito tradito. Chi tradisce ovviamente è semmai quello che subentra, non chi lascia. Credevo che il concordato avrebbe soddisfatto le esigenze di tutti. A me dispiace di come sono andate a finire le cose, anche perché ho due figli che lavorano in azienda. Pensi che nel lasciare avevo cambiato il nome della società in Spes, “speranza” (in latino ndr). Non posso che rammaricarmi per i dipendenti che continuano a sperare. Volevo solo salvare l’azienda, non potevo immaginare che sarebbe andata così. E c’è ancora tanta gente che mi identifica con la Valleverde, mi chiede le scarpe: il marchio ha ancora valore». Di questo sono certi anche gli investigatori (pm Luca Bertuzzi e nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Rimini) intenzionati a chiarire ogni ombra sul crac: qualcosa, a loro avviso, nei passaggi societari non quadra. In parallelo prosegue la lotta dei lavoratori: ieri si è svolta a Coriano a fiaccolata di sostegno agli operai, organizzata dai sindacati con la partecipazione del sindaco Mimma Spinelli.