Sfregiata con l'acido. Gessica: «C’è speranza per il mio occhio. Farò un trapianto di cornea»

Rimini

RIMINI. «C’è una speranza». Il volto di Gessica Notaro è illuminato e le parole sembrano quasi incespicare sulle sue labbra. «Non me lo avevano rivelato subito, avevano aspettato che mi ristabilissi un po’, prima di dirmi che l’occhio sinistro era stato praticamente “dato per perso”. E invece... Sì, anche per l’occhio sinistro c’è una speranza». Fragorosi applausi accolgono l’annuncio di Gessica Notaro, che alle telecamere della trasmissione “Domenica Live” appare radiosa e sorridente. Una benda glitterata cela ancora l’occhio sinistro, l’occhio che insieme alla pelle del viso, visibilmente migliorata, porta il segno di una ferita non solo del volto ma anche dell’anima. «Mi sento una miracolata. Qualcosa di speciale mi è accaduto - dice la ragazza, riferendosi proprio all’insperata apertura della possibilità di recuperare la vista - ho paura a dirlo ad alta voce, ma sì, una speranza adesso c’è. L’occhio non lo tengo scoperto perché è molto delicato, e anche perché mi hanno cucito le palpebre proprio per mantenerlo chiuso e proteggerlo, per intervenire con un trapianto totale di cornea a gennaio o febbraio e sperare che vada tutto bene».

Odio assurdo

«Posso arrabbiarmi io per prima con gli “odiatori”, quelli che sui social sostengono sia una farsa la tua benda?». Barbara d’Urso prende in mano la situazione, e prima di condurre Gessica all’annuncio della “speranza” per il suo occhio sinistro, porta in studio alcuni episodi “consumatisi” in Rete. «Ci sono alcuni cretini che dicono che non è vero che hai la benda, perché in alcuni selfie non si vede, o sembra dal lato opposto - denuncia Barbara, prima di “ricordare” loro che «quando ci si scatta un selfie c’è l’effetto specchio e, se si inquadra solo metà viso, la benda non si vede».

O vivi o muori

E se quella benda verrà rimossa, indelebile sarà il ricordo di quel folle 10 gennaio 2017. «Me lo ricordo come se fosse ieri. Sentivo il viso che bruciava, e poi, quando ormai le terminazioni nervose erano andate e non avevo nemmeno più dolore, il volto che “cresceva”. Ma la cosa peggiore, era il buio». Gessica ripercorre così quei momenti disperati e ammette: «Non sono poi così forte. Ma quello che mi è successo è stata una cosa così grave che dovevo scegliere se vivere o morire. E io ho scelto di vivere». La forza necessaria è quindi arrivata. Quella forza che Gessica crede non sia stata «solo terrena». «Io sono molto credente - confessa Gessica - sono stata miracolata».

Non solo un “miracolo”

A permettere a Gessica di tornare a prendere in mano la propria vita, però, non sono state solo preghiere e speranze. Come lei stessa sottolinea, determinanti sono stati i medici che l’hanno curata. «I migliori dottori che mi potessero capitare», dichiara Gessica. «Un’equipe pazzesca che mi ha guarito non solo fisicamente ma anche psicologicamente. Per questo ringrazio di cuore i medici e il personale del centro “Grandi ustionati” dell’ospedale Bufalini di Cesena».

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