Vigilesse rimproverate, il sindaco di Rimini indagato per omissione di atti d’ufficio

Rimini

RIMINI. Il sindaco di Rimini Andrea Gnassi è indagato con l’accusa di omissioni di atti d’ufficio. Un atto dovuto da parte della procura dopo la relazione delle due agenti della polizia municipale nella quale si dà atto della presunta interferenza del primo cittadino durante le operazioni di controllo a un artista di strada non autorizzato a sostare nel centro storico cittadino.

Il procuratore Elisabetta Melotti ha affidato il fascicolo al sostituto che si occupa di reati contro la pubblica amministrazione: spetterà lui acquisire eventuale documentazione ed effettuare le valutazioni del caso.

La vicenda risale a sabato 3 novembre e i fatti si sono svolti lungo corso d’Augusto all’angolo con via Gambalunga. Il sindaco, che era a spasso per i fatti suoi, sollecitato da un cittadino si sarebbe unito a un capannello di cittadini che criticavano le due “vigilesse”, intente a far rispettare il regolamento comunale, per poi invitarle senza mezzi termini a lasciare in pace il disgraziato e a occuparsi invece del traffico. Un episodio stigmatizzato dai sindacati, ma sul quale non hanno ancora speso una parola né l’assessore alla polizia municipale Jamil Sadegholvaad, né il comandante dei vigili Andrea Rossi.

Gnassi ha invece fornito la sua versione dei fatti: nessuna ingerenza, solo un invito alle agenti «come avrebbe fatto qualsiasi cittadino» a occuparsi «di traffico di macchine e furgoni in transito e di pericolo per i pedoni e famiglie con bambini e passeggini». Gli eventuali profili penali saranno valutati dalla procura: se uno dovesse scommettere un euro meglio puntare sull’archiviazione. Resta il fatto che le vigilesse stavano facendo soltanto il loro dovere, stando almeno a quanto previsto dall’articolo 29 del regolamento di polizia urbana che, tra l’altro, vieta a girovaghi e artisti di strada di esibirsi liberamente in corso d’Augusto, agli incroci e davanti alle vetrine, oltre a prevedere limiti temporali.

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