Assicuratore di Cesena intasca i soldi delle polizze e poi muore: cliente truffato

Cesena

RIMINI. Un assicuratore, morto suicida, si sarebbe intascato i soldi delle polizze all’insaputa dell’importante compagnia per la quale lavorava. A fare l’amara scoperta, dopo la tragedia, è stato un pensionato riminese di 67 anni, Bruno Salvi, ex titolare di una ferramenta a San Giuliano, che gli aveva affidato tutti i suoi risparmi, più di trecentomila euro. «Lo conoscevo da trenta anni, veniva a casa mia a ogni scadenza, gli offrivo il caffè e parlavano a lungo di noi, delle nostre famiglie, dei problemi: ho sempre riposto una grande fiducia in lui, non l’aveva mai tradita, o almeno così pensavo».

L’ultimo incontro, una settimana prima della morte dell’assicuratore. «Avevo bisogno di disinvestire i soldi, lui mi sconsigliava e cercava di convincermi ad accontentarmi di riavere indietro una quota di interessi, ma io ero piuttosto deciso perché abbiamo delle spese da affrontare. Si comportava normalmente, non come uno con l’acqua alla gola». Nei giorni successivi, il suo telefono squilla a vuoto. Quando Salvi chiama l’ufficio periferico della compagnia, nel Cesenate, si comprende il perché. «Il nostro collega è morto - è l’inattesa comunicazione - lo hanno trovato senza vita sotto a un cavalcavia: si parla di suicidio». L’investitore riminese, di lì a breve, ottiene un appuntamento per rivedere la sua posizione.

Nessun contratto

Il nuovo agente, dopo aver consultato il terminale collegato alla banca dati, gli comunica a sorpresa che né il suo nome, né quello dei suoi figli, beneficiari dell’investimento, risultano nella lista di sottoscrittori di contratti finanziari. Si tratta di polizze “stipulate”, almeno sulla carta, a partire dal 2014 delle quali il diretto interessato conserva copia cartacea. L’amico assicuratore, però, evidentemente non le aveva mai registrate, né aveva mai provveduto a versare alla compagnia le somme raccolte.

Il sospetto è che abbia trovato il modo di farsi cambiare gli assegni, il più consistente da centomila euro, che il cliente aveva correttamente intestato alla società assicurativa (che non ha visto un euro). Lo stesso potrebbe avere fatto con altri clienti, forse addirittura ancora all’oscuro del raggiro. «Allo choc per la notizia della morte violenta di quello che ormai consideravo un vecchio amico, si è aggiunto quello di ritrovarsi in un momento senza più niente. Mia moglie e io viviamo della pensione, non possiamo dare una mano ai nostri figli: uno vorrebbe comprare casa».

Nel tentativo di recuperare i loro trecentomila euro e passa l’ex commerciante e la moglie si sono quindi rivolti all’avvocato Cristiano Basile che ha interpellato ufficialmente la compagnia. «Ad oggi il mio cliente ha perso tutto: gli assegni sono stati incassati (e qui ci sarà da valutare il ruolo della banca), ma sono ragionevolmente convinto che dovrà essere rimborsato. La persona alla quale si era rivolto, infatti, era un agente professionale legato alla compagnia e lui è in possesso di una documentazione che definirei ‘blindata’». Il legale dell’ufficio antifrode dell’assicurazione è già stato investito del problema e un ispettore incontrerà il pensionato a breve. L’impressione è che il perimetro della questione sia destinato ad allargarsi e non è escluso che anche la magistratura possa interessarsi a eventuali profili penali riguardanti altri soggetti. Nei conti dell’agente deceduto non c’erano somme rilevanti: dove sono finiti, quindi, i soldi delle polizze? Quanti sono i soggetti raggirati, magari ancora all’oscuro? Tra i tanti punti interrogativi c’è anche la fine tragica dell’agente che da tempo viveva a Cesena, ma è stato trovato morto, sotto a un cavalcavia, a molti chilometri di distanza dalla Romagna. Era minacciato? «Vorrei sono riavere indietro i miei soldi - conclude il pensionato - per guardare con un po’ più di serenità al futuro e per poter aiutare i miei figli».

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