Il nuovo teatro si ricordi delle donne

Rimini

Nella “Rimini che sarà”, domenica con la riapertura del Teatro Galli è stato posato un mattone importantissimo. Inizia a realizzarsi quel museo Guggenheim in chiave riminese prefigurato dal sindaco Andrea Gnassi. Ieri e nei giorni scorsi il Corriere ha dato ampio risalto, e anche oggi continua a farlo. Ma sulle pagine dello stesso giornale, ieri e nei giorni scorsi, purtroppo hanno trovato risalto anche gli ennesimi atti di violenza compiuti ai danni delle donne. E’ dovere di un giornale raccontare entrambe le cose. E’ dovere di una città, anche nei momenti di festa, non dimenticare quello che purtroppo avviene tutti i giorni. Ecco, come uno stesso giornale racconta ai suoi lettori le due facce della città, il nuovo nostro Guggenheim potrebbe ricordare ai suoi visitatori, estasiati da tanta bellezza, anche quanta “bruttezza” c’è ancora nelle nostre case. Basterebbe intitolare e dedicare uno spazio del nuovo quadrante culturale della città alle “donne vittime di violenze”. Nei nuovi spazi urbani ridisegnati non dovrebbe essere impossibile. Secondo il sindaco “Non ci può essere un teatro senza un mare pulito” ma io credo che non ci possa essere un teatro neanche “senza il rispetto”. Il nuovo teatro sia motore di stimolo, crescita e svolta culturale in tutti i sensi.

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