Mattarella conquista i sindaci. E quello di Rimini lo invita al Teatro Galli

RIMINI. «Viva il presidente». Sergio Mattarella è appena entrato nella “Sala Fulgor” della Fiera, dove lo attendono sindaci e amministratori. È la prima giornata della 35ª assemblea nazionale dell’Anci: “Prima cittadini. Sindaci, fuori dal luogo Comune”. I lavori iniziati ieri pomeriggio si concludono domani, con l’arrivo del premier Giuseppe Conte.

Il “capo dello stato” è l’ospite d’onore. Quando arriva gli applausi si sprecano e quell’unico grido («viva il presidente») ha il valore di una votazione all’unanimità, se vogliamo una richiesta di “protezione” per cittadini che ogni giorno devono fronteggiare richieste alle quali dare risposte nel più breve tempo possibile. Il Presidente lo sa, tanto è vero che nel finale del suo intervento lo dice a una platea che lo ha applaudito più e più volte. «Immagino che talvolta, di fronte a difficoltà, problemi, amarezze, vi sarete chiesti: chi me lo ha fatto fare?».

Già chi? «Ma il compito del sindaco – è la risposta – è un impegno di grande fascino e significato. Perché la politica è anzitutto servizio alle persone e alle comunità. Quando smarrisce questo carattere, la politica si spegne».

Alla fine il Presidente si concede al “bagno di folla”, regala strette di mano e anche selfie, mentre l’entusiasmo dei sindaci viene contenuto a fatica dal servizio d’ordine.

Mattarella e il Galli

Appena sale sul palco Mattarella ringrazia Gnassi che «ci accoglie nella sua città con la sua straordinaria e dinamica cultura dell’ospitalità». E per mantenere fede al buon nome e non smentire le parole del Presidente, il sindaco “padrone di casa” nei minuti dedicati ai saluti, prima dei discorsi ufficiali, consegna all’ospite d’onore un dossier fotografico dedicato al Teatro Galli (dai bombardamenti alla ricostruzione). Gnassi lo aveva già invitato nei mesi scorsi, ieri ha colto l’occasione per rinnovare al Presidente la richiesta di assistere il 10 dicembre all’esecuzione dell’opera di Giuseppe Verdi “Simon Boccanegra”, con orchestra diretta dal maestro russo Valerj Gergev.

L’immigrazione

Prima di Mattarella, il presidente nazionale dell’Anci, Antonio Decaro, fra le tante questioni offerte al dibattito, ricorda i fondi del Bando Periferie, portati a casa – precisa – rompendo le relazioni con il governo, perché i «cittadini hanno diritto di vivere in luoghi belli, in piazze sicure, giardini degni di questo nome». Quindi ricorda il sindaco di Riace (applausi a scena aperta) Mimmo Lucano, per lanciare il tema dell’immigrazione e ricordare come il governo abbia approvato un decreto dedicato a sicurezza e immigrazione, «senza alcun tipo di concertazione» con i sindaci.

Quindi? «I migranti che sono costretti ad abbandonare gli Sprar, non abbandonano il nostro Paese, anzi torneranno a occupare le piazze. Mentre quelli che non otterranno la protezione umanitaria diventeranno lavoratori in nero» o finiranno per essere arruolati negli «eserciti della criminalità organizzata».

Sul Bando Periferie, il presidente Mattarella giudica «altamente positiva» l’intesa fra Anci e governo, in modo da confermare i finanziamenti previsti per la riqualificazione delle periferie, perché «occorre restituirle a una piena vita cittadina sottraendole al rischio di degrado e disgregazione sociale». La «sicurezza comincia proprio dalla vivibilità dell’ambiente in cui abitiamo e lavoriamo».

Stesso discorso sui servizi di «accoglienza e il sistema di protezione per i richiedenti asilo e i rifugiati». Mattarella resta al di fuori del confronto fra Anci e governo, ma precisa. «Penso che si possa comunque sottolineare come i Comuni restino le istituzioni pubbliche più importanti per l’effettiva integrazione dei migranti che vanno accolti e di coloro ai quali la nostra Costituzione riconosce protezione. L’integrazione è un motore e garanzia di sicurezza pubblica».

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