Staccò orecchio a morsi durante una rapina a Rimini: condannato a quattro anni

Rimini

RIMINI. Assolto dalle accuse di estorsione e incendio ai danni di un barista, è stato condannato a quattro anni di reclusione perché una volta, nel difendere le sue ragioni di fronte a un amico dell’esercente, gli aveva preso la catenina e staccato l’orecchio a morsi.

Il giudice Benedetta Vitolo ha riconosciuto colpevole l’imputato - Francesco Teri, 25 anni, difeso dall’avvocato Liana Lotti - di rapina e lesioni gravi. Oltre la condanna ha disposto nei suoi confronti due anni di libertà vigilata e l’interdizione dai pubblici uffici.

Teri si professa innocente: in un vecchio interrogatorio “ammise” di aver morso l’amico del barista, ma disse di averlo fatto nel corso di una zuffa dove era stato colpito per primo con una bottigliata. «Perdevo sangue e ho provato a reagire».

La parte offesa, un ventinovenne originario di Reggio Emilia, assistito dall’avvocato Ilaria Perruzza, è stato ascoltato in aula nel corso del processo, che si è svolto con rito abbreviato condizionato proprio alla sua deposizione.

La lite avvenne a Rimini, all’uscita di un locale nella zona del porto, nel luglio 2017. «Sono stato aggredito» ha ribadito l’emiliano.

Il pubblico ministero Marino Cerioni ritenendo l’imputato colpevole sia dell’aggressione con sfregio all’orecchio sia della rapina della catenina (del valore di cinquemila euro) aveva chiesto sei anni di reclusione (gli era contestata anche la recidiva specifica infra-quinquennale).

Il giudice dell’udienza preliminare ha disposto nei confronti del giovane sfregiato e rapinato una provvisionale di tremila euro immediatamente esecutiva.

Resta aperta, almeno sulla carta, la strada della causa civile per ottenere un più consistente risarcimento (la richiesta della parte civile è di trentottomila euro).

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