Morta in bicicletta nel sottopasso sei mesi fa a Rimini: fu travolta, si indaga su tre automobilisti

Rimini

RIMINI. La donna morta nel sottopasso di viale Da Verazzano sei mesi fa mentre andava in bicicletta non è caduta da sola, ma è stata, con ogni probabilità, travolta da una vettura e sbattuta a terra con violenza. Sono le conclusioni della consulenza che il pubblico ministero Luigi Sgambati ha affidato alla dottoressa Sara Volpini. Sulla base della relazione medico legale sono stati iscritti nel registro degli indagati, con l’ipotesi di omicidio colposo, tre automobilisti sospettati dell’investimento. Ciascuno nega la circostanza: sono stati individuati grazie all’esame delle telecamere di sorveglianza della zona che però, non hanno ripreso la scena dell’incidente. Le loro vetture sono state passate al vaglio della polizia municipale e altri accertamenti sono ancora in corso per ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente mortale. A perdere la vita fu una pensionata di 72 anni, Annunziata Coco: percorreva la strada da monte verso mare, finì a terra mentre attraversava il sottopassaggio.

Sulle prime l’ipotesi più probabile fu che l’incidente non fosse stato causato da un altro veicolo, ma i traumi riportati dalla donna, sembrarono fin da subito apparentemente troppo gravi per una semplice caduta. La polizia municipale di Riccione ha così sta lavorato al caso raccogliendo testimonianze e visionando i filmati delle vicine telecamere di vigilanza. L’incidente si verificò attorno alle 13.40 del 10 aprile scorso, la signora era appena stata a fare la spesa: i sanitari del 118 costatata la gravità della situazione la trasportarono al Bufalini di Cesena, ma per lei non ci fu nulla da fare. La donna che era residente a Castenaso (Bologna) e domiciliata a Misano Adriatico, morì due ore dopo in ospedale per un’embolia polmonare, evento finale di un importante choc traumatico secondo la definizione del medico legale. Un quadro compatibile con un investimento: gli automobilisti individuati dalla polizia municipale (uno dei quali difeso dall’avvocato Stefano Caroli), però, ammettono di essere transitati di lì, ma negano di avere investito la ciclista.

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