Violò il monumento al campione di moto Marco Simoncelli, a processo vedova con la fissa delle pulizie

Moto

RIMINI. A distanza di mesi dalla morte in pista di Marco Simoncelli, avvenuta il 23 ottobre 2011 sul circuito malese di Sepang, la processione all’“altare” spontaneo ai piedi della chiesa di Coriano non s’era interrotta.

Non passava giorno senza che qualcuno non portasse un fiore, un messaggio, un disegno, una foto, un modellino, un accessorio da motociclista, oppure si raccogliesse un momento per ricordare il campione romagnolo.

Una sola persona, invece, in quell’angolo di memoria dove poi sorgerà un monumento dedicato al pilota, non vedeva altro che un’area disordinata da riassettare. Il misterioso vandalo che da qualche settimana sfregiava con le sue incursioni lo spazio del Sic, gettando fiori e biglietti tra i rifiuti, non era altri che una vedova di sessanta anni, di origine francese (residente per l’anagrafe a Forlì) ma in realtà domiciliata da tempo a Rimini, con la fissa delle pulizie. Da ieri è a processo a Rimini per l’atto di vandalismo.

A smascherarla furono, come ha raccontato il maresciallo in aula, i carabinieri della stazione di Coriano: la donna era stata vista aggirarsi nei paraggi - con la probabile intenzione di fare piazza pulita di fiori e dediche, spazzando via assieme a quelli i sentimenti di tanti corianesi attaccati al ricordo del loro campione - dai ragazzi dell’associazione “58 boys” che avevano dato vita a delle ronde allo scopo di tenere gli occhi aperti. La donna fu colta, letteralmente, con le mani nel sacco: una grossa busta nera per la raccolta della spazzatura. «Siete degli sporcaccioni, qui va fatta pulizia», disse la vedova che continuò a protestate anche con il maresciallo che provvide a identificarla sul posto. Difesa d’ufficio, ieri non era presente in aula: il processo (giudice onorario Manuela Liverani, pm onorario Paola Giombini) si concluderà nel mese di marzo 2019.

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