Imposta di soggiorno evasa pronte le denunce agli albergatori a Cattolica

CATTOLICA. Imposta di soggiorno non versata nelle casse del Comune per 30mila euro, ora il sindaco ha il via libera per denunciare gli albergatori “furbetti”. Mentre sulla stagione estiva calava il sipario e gli albergatori piano piano chiudevano le proprie strutture, gli uffici di Palazzo Mancini erano intenti, nelle ultime settimane, a preparare le pratiche per recuperare l’evasione fiscale legata alla tassa di soggiorno non pagata nel 2017. A inizio settembre il Comune ha emesso una lista di carico nella quale ha accertato una somma non riscossa dell’imposta di soggiorno, nonostante la diffida inviata agli albergatori inadempienti, di 29.960 euro avviando le procedure per la riscossione coattiva.

Negli stessi giorni la giunta comunale ha approvato una delibera, resa pubblica ieri, con la quale autorizza il sindaco Gennari a «proporre ogni opportuna azione a tutela degli interessi del Comune di Cattolica e, in particolare, alla proposizione di denuncia-querela per la persecuzione dell’illecito penale ravvisabile nella fattispecie dell’appropriazione indebita, ritenuta configurabile in capo ai gestori delle strutture ricettive che hanno omesso di riversare l’imposta di soggiorno per l’anno 2017, per le somme dichiarate all’ente, corrisposte dagli ospiti».

In base al regolamento comunale, gli albergatori hanno l’obbligo di versare al Comune di Cattolica le somme corrisposte dagli ospiti al termine del loro soggiorno, entro il sedicesimo giorno successivo dalla fine di ciascun trimestre, nonché di presentare, entro il termine ultimo del 16 gennaio dell’anno successivo, una dichiarazione annuale con il dettaglio trimestrale del numero di coloro che hanno alloggiato presso la propria struttura, dei pernottamenti imponibili e complessivi, il numero dei soggetti esenti, dell’imposta incassata. Il recupero dell’evasione fiscale si allarga alle tasse sui rifiuti non versate dal 2007 al 2016, per un importo di 863 mila euro. E sui furbetti di Ici e Imu, puntando a recuperare 580 mila euro, oltre a 20 mila euro di rette scolastiche arretrate.

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