«Dono una cornea a chi mi salva la casa»

Rimini

RIMINI. «Dono un rene o una cornea a chi mi salva la casa messa all’asta da banche ed Equitalia». Silvio Buttiglione, 60 anni, originario di Bari ma trapiantato in Abruzzo, si è presentato ieri mattina “armato” di due cartelli, davanti alla sede del Credito di Romagna di via Valturio per raccontare la sua storia.

Mentre una protesta analoga l’aveva già messa in atto per diversi giorni a Pescara.

Una vicenda iniziata nel lontano 1990 quando da Montesilvano, una cittadina in provincia di Pescara, Buttiglione si trasferisce a Rimini. Qui, per un periodo, fa fortuna grazie al suo marchio il Discount del parrucchiere. Apre ben quattro negozi a Rimini, uno a Riccione, uno a Cesena oltre a un magazzino all’ingrosso e arriva ad assumere oltre venti dipendenti.

«Gli affari andavano bene - racconta - partecipavo alle fiere, andavo all’estero».

Alla metà degli anni 2000, però, gli incassi cominciano a diminuire, l’imprenditore va in difficoltà nei pagamenti ma, soprattutto, viene iscritto nella Centrale dei rischi della Banca d’Italia. Da quando il suo nome finisce nell’elenco dei cattivi pagatori, per Buttiglione inizia il tracollo. La sua casa di Rimini viene pignorata dagli istituti di credito, messa all’asta e poi venduta. Buttiglione, alla disperata ricerca di contante, si mette nelle mani dell’usura e inizia a vendere sottocosto la merce che aveva in magazzino per racimolare contanti. Di qui iniziano i problemi, tanto che l’imprenditore si allontana sempre più dalla moglie e dai due figli che vivono a Rimini.

Nel 2007 Buttiglione tenta anche di togliersi la vita. «La mia colpa più grande, e che non mi perdonerò mai, è quella di essere stato troppo onesto - spiega -. Ora, a 60 anni, chi mi prende a lavorare? Ho anche un figlio malato di sclerosi multipla e la mia rabbia è quella di non poterlo aiutare economicamente».

La giustizia, però, non aveva ancora chiuso i suoi conti. Tanto che in questi giorni, l’ex imprenditore si è visto recapitare un avviso di pignoramento anche per la seconda casa, quella che possiede a Montesilvano e che presto dovrebbe andare all’asta.

L’imprenditore ha raccontato la sua storia anche in tv. Prima a La vita in diretta (qualche settimana fa) e proprio ieri da Rimini, alle telecamere di Porta a porta (il programma condotto da Bruno Vespa).

Ora però non intende darsi per vinto: «Hanno saccheggiato la mia vita. Mi hanno tolto tutto: lavoro, famiglia, casa, risparmi. Ma non potranno mai togliermi la dignità. Quella casa è il mio rifugio, pensare di vivere per strada mi terrorizza. Significa andare incontro alla morte: per questo ho deciso di donare la cornea o un rene. E ci sono tanti imprenditori che hanno vissuto il mio stesso dramma».

 

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