Scende dal treno, picchiato e rapinato del trolley da quattro malviventi

Rimini

RIMINI. La premessa è doverosa. Chi conosce stazioni sicure, soprattutto quando il sole è tramontato, alzi la mano. Riflessione banale che però può servire per spiegare la difficoltà di garantire la sicurezza nell’area da parte delle forze dell’ordine. Una legge a cui continua a non sottrarsi neppure la zona di piazzale Cesare Battisti. Ultimo ad averlo scoperto è un 40enne marchigiano, malmenato e rapinato nella serata di giovedì, subito dopo essere sceso dal Frecciabianca arrivati a Rimini da Milano.

L’agguato

Sceso sulla banchina della stazione poco dopo le 22,30, trascinando il suo trolley, ha raggiunto l’uscita. Ad attenderlo non c’era nessuno. In stazione, infatti, c’era arrivato da solo, con la propria vettura, lasciata nel parcheggio a pagamento. Ed è verso lì che si è incamminato. Un percorso breve ma pieno di insidie: il portico che una volta ospitava l’ufficio Iat e la sede della polizia municipale per il rilascio dei permessi di accesso alla Ztl, è da tempo luogo di ritrovo di sbandati. Fatto sta che, appena girato l’angolo che porta al parcheggio, è stato circondato da quattro persone. Un attimo e il 40enne si è ritrovato a terra, dopo essere stato colpito alle spalle. Istintivamente ha mollato la presa sulla maniglia de suo trolley che, altrettanto velocemente ha preso il volo. Ripresosi dal comprensibile spavento, il malcapitato ha lanciato l’allarme. Sul posto è intervenuto un equipaggio del Nucleo operativo Radiomobile della Compagnia carabinieri di Rimini. L’uomo, dopo aver fornito una prima sommaria ricostruzione di quanto accaduto, è stato accompagnato al pronto soccorso dell’Infermi da dove, dopo i controlli, è stato dimesso con una prognosi di una decina di giorni.

L’indagine

Nel frattempo, in tutta la zona, sono iniziate le ricerche della banda di rapinatori. Una caccia che al momento non ha avuto l’esito desiderato. Come detto le indagini sono affidate ai carabinieri. Molto importante per il loro lavoro, oltre ai ricordi cristallizzati dalla vittima nel verbale di denuncia, sarà la visione delle riprese delle molte telecamere di controllo del territorio presenti in zona. Immagini di cui è già stata chiesta l’acquisizione.

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