Bambina molestata dall’autista a Rimini, 7 anni, ma lui è “sparito”

Rimini

RIMINI. Condannato definitivamente a sette anni e sei mesi per violenza sessuale su una minore senza aver trascorso un giorno in carcere: lo straniero, un cingalese di 52 anni, processato in contumacia e considerato irreperibile, è semplicemente sparito da Rimini, ma a quanto si apprende non avrebbe mai lasciato il Paese. La Cassazione ha respinto il ricorso dell’avvocato difensore e ha confermato il verdetto dei precedenti gradi di giudizio: sette anni di reclusione. Secondo l’accusa l’uomo, giardiniere e autista di una famiglia benestante della zona, molestava abitualmente nell’auto la bambina che aveva il compito di accompagnare a un’attività sportiva. L’imputato doveva rispondere dell’accusa di violenza sessuale aggravata (la minore all’epoca dei fatti a cavallo tra 2011 e 2012 aveva meno di dieci anni). Per circa un anno e mezzo avrebbe approfittato dei momenti in cui si trovava da solo con la piccola - una o due volte a settimana - per accarezzarla, anche nelle parti intime, prima di rincasare. Lo straniero lavorava come domestico-tuttofare, di quelli in livrea e guanti bianchi, per conto di gente facoltosa (viene omesso ogni dettaglio che anche indirettamente possa rendere riconoscibile la ragazzina, parte offesa nel procedimento). Anche la compagna dell’imputato, assunta come collaboratrice domestica, era alle dipendenze dei genitori della bambina. I due, lavoratori instancabili e referenziati, si erano guadagnati la fiducia dei datori di lavoro. Lui però, lontano dai loro sguardi, avrebbe tenuto degli atteggiamenti morbosi nei confronti della bambina, costretta a subire degli approcci sessuali e a vivere un insopportabile disagio. Una confidenza fatta alla madre consentì di mettere in allarme i genitori: di fronte alla richiesta di spiegazioni e alla minaccia del licenziamento, l’uomo preferì fare le valigie assieme alla moglie e sparire per un po’ dalla circolazione. Prima di presentare la denuncia i genitori vollero approfondire i racconti della figlia con il sostegno di una psicologa e dell’insegnante. In un tema a scuola la ragazzina confidò velatamente la sua disavventura e poi confermò alla maestra il proprio racconto. Ascoltata in incidente probatorio nella forma dell’audizione protetta, le sue parole furono considerate credibili dagli esperti, ma a quel punto l’imputato, nel frattempo identificato dagli agenti della sezione minori della Squadra mobile di Rimini, aveva già fatto perdere le sue tracce rendendosi irreperibile prima ancora del rinvio a giudizio. I genitori della ragazzina si sono costituiti parte civile, assistiti dall’avvocato Moreno Maresi: è stato disposto un risarcimento. L’imputato – “irreperibile” – si è rivolto via via nel tempo a legali di altre parti d’Italia (prima al Sud poi al Nord), segno che non è andato molto lontano. Finora non ha trascorso un giorno dietro le sbarre. Se adesso lo vanno a cercare sul serio (e lo trovano) una volta espiata la pena, sarà anche espulso.

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