Rimini, prende a testate e cinghiate il padre: «Mandamelo, lo devo ammazzare»

Rimini

RIMINI. La premessa. Nell’articolo non leggerete il nome del destinatario dell’ordinanza di custodia cautelare (divieto di avvicinamento a meno di mezzo chilometro e di qualsiasi tipo di contatto), per tutelare le due vittime di questa ennesima storia di stalking: il fratello e il padre dell’indagato. Un papà che è stato costretto a ricorrere ai mezzi più estremi, quando il figlio, che già lo aveva colpito con calci, pugni e cinghiate, il 12 agosto scorso gli ha spaccato il naso con una testata .

La storia

Prima della capocciata che ha “provocato la frattura all’apice delle ossa nasali” all’uomo, il figlio stalker, se l’era presa anche con la macchina del padre: una volta gli ha mandato in frantumi i cristalli della Bmw 730 con una mazza da baseball; un’altra lo ha inseguito e tamponato; un’altra ancora, con un oggetto appuntito, sul cofano gli ha scritto “Dammi i miei soldi”. Il denaro e presunti torti subiti nella gestione della famosa attività di famiglia, sono questi gli “alibi” adotti dal 38enne, per rendere la vita dei congiunti presi di mira «oppressi dal timore per la propria incolumità e per quella dei congiunti» un inferno «a causa del profondo e perdurante stato d’ansia e di terrore», scrive nell’ordinanza richiesta dal pubblico ministero Davide Ercolani, la giudice Benedetta Vitolo.

«Chiama tuo padre, fallo venire qui che lo devo ammazzare». Questa una delle tante frasi minacciose, dette al fratello, e rivolte al genitore “colpevole”, a suo dire, di averlo estromesso dalla gestione dell’impresa; ma anche di essere “moroso”, per non aver pagato l’affitto del suo appartamento occupato dal padre per un periodo. Ai dinieghi del genitore, il 38enne, più volte gli ha “ricordato” che non gli avrebbe «dato pace», fino a quando non fosse finito sul lastrico. Tutti questi episodi, come verbalizzato nella prima denuncia presentata ai carabinieri della stazione di Riccione, si sono consumati a cavallo tra lo scorso aprile e la metà di giugno.

L’epilogo

La situazione si era poi “relativamente” tranquillizzata. Fino allo scorso 12 agosto quando lo stalker, dopo averlo seguito, si è ritrovato faccia a faccia con padre e fratello, all’interno di una banca in viale Ceccarini. Qui, incurante della presenza del direttore e di una cassiera, dopo aver afferrato il genitore per le orecchie, gli ha sferrato una testata, procurandogli una frattura del setto nasale, giudicata guaribile in 15 giorni, dai medici dell’ospedale Ceccarini. L’aggressione, ripresa dalle telecamere dell’istituto di credito, è stata consegnata dai carabinieri alla procura.

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