Rimini, immagine di video medico "sessista", Bulletti processato da Rompi il silenzio

Rimini

RIMINI. È bastato il fotogramma di un video dedicato ai disturbi del ciclo mestruale e l’ira di “Rompi il silenzio” ha travolto Carlo Bulletti, luminare della Fisiopatologia della riproduzione. Nel mirino l’immagine di una bella ragazza impegnata ad assaporare cioccolata liquida.

Apriti cielo. “Rompi il silenzio” difende da sempre le donne vittime di violenza e quando si tratta di un utilizzo improprio dell’immagine femminile, non ci pensa due volte a scendere in campo. Così quando ha visto il video sulla pagina Facebook di Bulletti ha condannato la scelta sulla propria pagina e i commenti non sono mancati, alcuni tipici da “tribunale del popolo”.

Alla fine di tutto, si tratta di un equivoco, il professor Bulletti non aveva l’intenzione di giocare sui doppi sensi. In ogni caso, nel dubbio che qualcuno potesse equivocare, ieri mattina ha tolto il video e si è scusato con chi eventualmente si è sentito a disagio.

Però la questione va spiegata. «Si tratta di un video dedicato ai disturbi del ciclo mestruale, dall’adolescenza alla menopausa – racconta Bulletti –. Stiamo parlando di medicina, mi sono scusato, ma siamo di fronte a un equivoco. Il primo fotogramma mostra una bella ragazza, ma ripeto, si parla di disturbi del ciclo, di abusi alimentari. Se avessero visto tutto il video senza fermarsi al fermo immagine, sarebbe stato tutto molto chiaro. Non c’è assolutamente nulla di sessista, si tratta di un messaggio educativo, formativo».

Bulletti ha letto i commenti e le accuse e non nasconde una certa perplessità dedicata ai social. Ma chiarito il fraintendimento, tolto da Facebook il video da lui prodotto e che usa nei corsi e nelle lezioni, ora spera che tutto finisca. Una considerazione, però, la vuole fare. «A questo punto, se un fotogramma di una bella ragazza poi si traduce nell’accusa di fare leva sulla trasgressione sessuale, è meglio stare fuori dai social. Ripeto. È un video medico, i termini sono medici, si parla di patologie, abusi alimentari, al limite trasgressione alimentare, non certo sessuale».

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