Negoziante morto dopo la lite in strada a Rimini, turista a processo per omicidio

Rimini

RIMINI. Omicidio preterintenzionale. È l’accusa per la quale un turista russo di 58 anni, accusato di aver provocato la morte di un commerciante riminese di 74 anni nel corso di una lite, sarò processato davanti alla Corte d’assise di Rimini. Il Gip del Tribunale di Rimini, Luciò Ardigò, ha infatti rinviato a giudizio l’imputato: la prima udienza è stata fissata per il 21 gennaio 2019. In precedenza era stato il Gip Vinicio Cantarini a negare l’archiviazione del caso su richiesta della vedova della vittima (assistita dall’avvocato Umberto De Gregorio). Per la procura la morte del riminese era da addebitare alla fatalità e non alla volontà di percuotere il pensionato da parte dell’accusato. Toccherà adesso ai giudici (togati e popolari) esprimere il proprio verdetto al termine del processo.

I fatti risalgono al 9 agosto 2016. Una tranquilla giornata d’estate trascorsa da parte della vittima - Serafino “Fino” Sammarini, 74 anni - davanti al negozio di profumeria, in apparenza così simile a tante altre almeno fino allo sfortunato epilogo. La tragedia si consumò in pochi minuti: prima un banale diverbio con il marito di una cliente, poi, dopo uno strattonamento, la caduta all’indietro sul marciapiede, quindi il malore e il decesso legato al trauma cranico.

L’uomo che affrontò la vittima sul marciapiede, Evgenii Gordeev, un turista russo di 58 anni si allontanò assieme alla moglie e venne successivamente rintracciato in albergo dagli uomini della Squadra mobile, a partire dalle immagini di una telecamera di sorveglianza. Lo straniero, un medico (difeso dall’avvocato Sonia Raimondi), non si era reso conto di niente. Emerse nel corso dell’inchiesta che non era in grado di esercitare una particolare forza, in quanto seriamente menomato e che dopo il diverbio e la caduta del commerciante tese addirittura la mano verso l’uomo a terra, nel tentativo di rialzarlo nonostante gli acciacchi lo costringessero ad appoggiarsi a un bastone. Un gesto che non si conciliava con l’aggressività di un attaccabrighe. Alla richiesta di archiviazione nei confronti del turista straniero, però, si oppose la signora Donatella, vedova del negoziante, assistita dall’avvocato De Gregorio. Comprensibile, adesso, la sua soddisfazione nell’apprendere che il processo si farà. «Spero che si possa fare chiarezza su quanto accaduto quel giorno e che venga fatta giustizia».

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