Riccione, la caccetta del Duce sarà una villa. Nel frattempo il tetto cade a pezzi

Riccione

RICCIONE. L’ex caccetta del Duce sta crollando; una parte del tetto, infatti, si è afflosciata su se stessa. Ma presto dovrebbero partire i lavori per trasformala in una villetta. «L’immobile è già stato assegnato a un privato, ma non è ancora stato effettuato il rogito - spiega la sindaca Renata Tosi -: ci sono alcune questioni che riguardano l’accatastamento da sistemare. Andremo dal notaio i primi dell’anno, così il privato salderà la somma».

Lo stabile, a pochi passi da viale Ceccarini, è stato venduto 2 anni fa al prezzo di 600mila euro con trattativa diretta. Inizialmente era stato inserito inizialmente nel piano delle allienazioni. Correva l’anno 2014. La richiesta era di un milione di euro. La mancanza di interesse aveva quindi spinto l’amministrazione ad applicare un primo sconto, ma anche a 720mila euro, nessuno si era fatto avanti. Nella ex dependance della dimora storica di Villa Mussolini di 323 metri metri quadrati, è possibile ricavare fino a 4 appartamenti, e al piano terra un negozio o un esercizio pubblico. L'amministrazione per facilitarne la vendita ha definito un cambio di destinazione d'uso, aprendo la possibilità di utilizzare la struttura per fini residenziali e commerciali.

I “sacrifici” del Comune

«Gli acquirenti hanno deciso di realizzare un immobile abitativo, hanno presentato un progetto per una villetta molto bello, per il quale manca il passaggio con la Soprintendenza. La speranza è che vada tutto bene con gli enti sovraordinati». Per accelerare la riqualificazione il Comune ha anche rinunciato al credito che vantava nei confronti degli occupanti dell’ex caccetta a condizione dell’immediata liberazione dell’immobile. Lunga la lista delle concessioni: si va dai 114mila euro, oltre a interessi e rivalutazione per il periodo di occupazione senza titolo. L’amministrazione non ha deciso di non rivalersi neppure delle spese legali, processuali, e della restituzione della tasse già versate all’Agenzia delle Entrate. L’ultimo sconto, ma non certo per importanza, è rappresentato dal mancato incasso di imposte, tasse e tributi diretti e indiretti, sia comunali che nazionali, in particolare Tari, dal 2000 al 2018 compreso. Soldi che gli ex “sfruttatori” della caccetta avrebbero dovuto versare sia per l’abitazione che l’attività di ristorazione “La caccetta bar pizzeria”.

La “nuova” Riccione

«È un altro punto della città che si riqualifica - conclude la sindaca -, piano piano andiamo a sistemare ogni angolo rimasto al “buio”».

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