Rifiuti senza valore, non è ladro chi li ruba. Procura di Rimini archivia il caso del cassonetto violato

Rimini

RIMINI. Il “ladro” di rifiuti non finirà a processo. Il caso, nato dalla denuncia di una cittadina e finito in procura per iniziativa della polizia municipale sotto forma di notizia di reato, è virtualmente chiuso. La segnalazione, infatti, è stata sottoposta all’attenzione del pm Davide Ercolani che ha immediatamente richiesto l’archiviazione per il cinquantenne riminese denunciato per furto aggravato. L’uomo, difeso dall’avvocato Massimo Vico, lamenta anche delle difficoltà psicologiche, ma non sono quelle all’origine della cancellazione delle accuse.

«Oggetti senza valore»

Il pm ritiene infatti che non si possa parlare di furto di fronte a rifiuti di nessun valore e in ogni caso non si può escludere che l’uomo, tra l’altro neppure colto sul fatto, possa aver agito in stato di necessità.

Un lieto fine per l’indagato che, oltre a non navigare nell’oro, ha tutti i sintomi dell’accumulatore seriale. La decisione della procura (anche se adesso l’ultima parola spetterà al Gip del tribunale di Rimini) chiude anche le polemiche scatenate dai commenti alla notizia apparsi sui social.

L’assessore Sadegholvaad

Alla fine, chiosa lo stesso assessore alla sicurezza Jamil Sadegholvaad, era meglio forse usare un po’ di buonsenso, prima di tirare in ballo denunce e magari fare perdere tempo ai giudici. L’amministratore pubblico conclude così il suo intervento dedicato al caso del cassonetto “violato”.

L’esposto

Resta però il fatto che alla polizia municipale è giunto un esposto «firmato da una residente di via Darwin per danneggiamento di cassonetti». Tra l’altro corredato da un paio di fotografie del colpevole.

«Il 20 agosto – aggiunge Sadegholvaad – gli uffici della polizia municipale hanno ricevuto l’esposto-denuncia, corredato da fotografie».

A Hera, come già raccontato dal Corriere, sono state quindi chieste alcune delucidazioni su «eventuali episodi di contenitori rifiuti danneggiati in quella via» e di avere «chiarimenti giuridici sulla proprietà degli oggetti asportati dal cassonetto».

Le risposte. «In quella strada, nelle settimane precedenti, erano stati registrati danneggiamenti dei contenitori (all’indagato non è stato contestato il danneggiamento perché non c’erano prove nei suoi confronti, ndr). Tecnicamente si trattava di furto - ribadisce l’assessore -. La polizia municipale, dopo aver identificato l’uomo, regolarmente domiciliato in quella zona e che accumula oggetti, ha inviato l’esposto in procura per le valutazioni del caso in ordine all’ipotesi di reato di furto». In realtà una notizia di reato in piena regola, puntualmente arrivata all’attenzione del magistrato.

E in futuro?

Per il futuro, comunque, in «analoghe situazioni sarebbe sempre preferibile agire con il buonsenso piuttosto che agire con una serie di “atti dovuti” che alla fine magari producono situazioni che si sarebbe potute smontare senza tirare in ballo la giustizia». Un paio di recenti sentenze della Cassazione confermano l’illiceità dell’appropriazione di rifiuti altrui, anche se in un caso (a Venezia) c’erano di mezzo dei vestiti destinati ai poveri e nell’altro (a Salerno) alla fine è stato contestato solo il deturpamento aggravato perché il “ladro” aveva sparso per strada il “bottino”.

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