Rimini, povero rovista tra i rifiuti, cittadina lo fotografa, i vigili lo indagano

Rimini

RIMINI. Sorpreso a rovistare in un cassonetto e a portare via i rifiuti viene denunciato per furto. Al ladro di spazzatura, un cinquantenne riminese in difficoltà economica e psicologica, la polizia municipale contesta anche una duplice aggravante (violenza sulle cose ed esposizione alla pubblica fede) che, in caso di una eventuale condanna, farà lievitare la pena. A metterlo nei guai è stata una signora che il 20 agosto scorso si è presa la briga di andare al comando dei vigili per denunciare il fatto. «Qualcuno puntella con un bastone il coperchio del bidone della raccolta differenziata sotto casa mia». Non si tratta di abiti destinati alla beneficenza, ma al massimo di oggetti abbandonati dal proprietario perché vecchi, rotti e inutilizzati. Di fronte alla perplessità del vigile lei, a riprova di quanto accaduto, ha presentato un paio di fotografie: un sacchetto che sporge in maniera inusuale e lo sconosciuto di spalle che rovista dentro. «E’ lui: fate qualcosa». Uno potrebbe immaginarsi la scena di lei che esce e gli agenti che le sorridono dietro. Forse è davvero andata così, poi però, per non rischiare l’omissione di atti di ufficio, si sono domandati se si trattasse o meno di una condotta illecita. E quindi, per avere delucidazioni giuridiche, hanno interpellato Hera, società che si occupa della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti. La risposta via mail di una funzionaria è stata chiara: «Si tratta di furto aggravato». Un paio di recenti sentenze della Cassazione danno ragione all’ingegnere donna dell’Hera, anche se in un caso (a Venezia) c’erano di mezzo dei vestiti e nell’altro (a Salerno) alla fine è stato contestato il deturpamento aggravato. A quel punto i vigili hanno accelerato i tempi e chiuso l’indagine lampo con l’identificazione del presunto autore del furto, difeso d’ufficio dall’avvocato Massimo Vico, e l’impressione di trovarsi di fronte a un disgraziato. La notizia di reato è finita all’attenzione della procura. Ci si domanda se la cosa andrà avanti in automatico portando a processo il “ladro di spazzatura”, se si aspetteranno i chiarimenti della Corte suprema sul tema, o se qualcuno prenderà l’iniziativa di chiudere tutto con un’archiviazione. Non è provato che a danneggiare il bidone sia stato il riminese (e infatti non gli viene contestato l’addebito) e non si capisce francamente quale reato si possa ragionevolmente contestare, a parte ogni questione sociale, a chi si impossessa di rifiuti altrui privi di valore economico. La proprietaria che li ha abbandonati può poi lamentarsi se un altro passa se ne appropria? E Hera ha voce in capitolo oppure i rifiuti appartengono al Comune l’unico soggetto titolato al riutilizzo? Il vero interrogativo riguarda la possibilità di conciliare le esigenze del diritto e quelle del buonsenso.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui