Cameriere adesca ragazzini sui social: arrestato per pedo-pornografia on-line

Rimini

RIMINI

Detenzione e divulgazione di materiale pedopornografico. Con queste accuse è finito in manette ad opera degli agenti della polizia postale di Rimini un dipendente di un albergo cittadino frequentato da famiglie con ragazzi e bambini. Il comportamento del cameriere è sempre stato ineccepibile, a detta di chi lo conosce e lo frequenta in zona, e così in hotel ci si è stupiti quando gli agenti sono andati a cercare proprio lui. Doveva essere poco più di un controllo, ma dalla “gallery” del suo telefonino - che aveva con sé - sono emerse subito immagini, almeno in apparenza, inequivocabili. L’uomo, un trentaseienne nato in Puglia e domiciliato da qualche tempo in Romagna, è stato così arrestato in flagranza nel corso della perquisizione scattata giovedì scorso sulla base di un’indagine partita in Lazio nell’ambito di un’inchiesta che vede anche altri indagati. Troppe e di carattere troppo esplicito le foto custodite nello smartphone per non prendere il provvedimento più drastico. Una prima conferma dei sospetti che avevano portato gli investigatori fino a Rimini. A quel punto sono scattate le manette per l’uomo che fino a quel momento era da considerarsi un semplice indagato. Sarà il giudice per le indagini preliminari, adesso, a dovere convalidare il provvedimento in considerazione del tipo di reato contestato, di competenza del tribunale.

C’è il sospetto che il dipendente d’albergo, con falsi profili sui social più frequentati dagli adolescenti, abbia cercato di contattare ragazzi minorenni e, una volta guadagnata la loro fiducia, ne abbia indotti alcuni a scambiare con lui delle foto hard o scene di sesso tra minori. Al momento non sarebbero emersi elementi che facciano pensare che l’uomo abbia avuto contatti reali e non solo virtuali con dei giovanissimi, né che fosse anche un produttore di materiale pedo-pornografico.

Tuttavia il suo cellulare, che è sotto sequestro, è al vaglio per verificare l’eventuale presenza di immagini relative a minori individuabili tra quelli che possono essere entrati in contatto con lui. Alla procura laziale, che ha lavorato in modo approfondito sul caso, spetterà approfondire le indagini per accertare ulteriori eventuali complicità sempre in ordine al reato di pedo-pornografia. Ma ancora una volta sono stati gli agenti riminesi della polizia postale a scovare le immagini compromettenti, a fornire riscontri all’ipotesi accusatoria e a effettuare l’arresto in flagranza. L’arrestato potrà fornire la propria versione dei fatti davanti al giudice.

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