Il ritorno al mare dell'infanzia sui pedali, viaggio di famiglia in bici da Milano a Rimini

RIMINI. Avevano conosciuto la Riviera romagnola da bambini, ciascuno con la propria famiglia, hanno deciso di tornarvi con la famiglia costruita insieme e con la figlia dell’età delle loro vacanze in riva all’Adriatico. Luca e Laura Pavesi, marito 42enne e moglie 44enne di Bollate nel Milanese, non si sono però messi al volante come tanti, né si sono seduti comodamente nello scompartimento di un treno: per il “debutto” sulla spiaggia riminese hanno scelto la bicicletta e una vacanza a dir poco originale attraverso cui far conoscere alla piccola Valentina (lei di anni ne ha 10) «il sapore della conquista» e «la vita reale, la frutta raccolta da un ramo quando molti bimbi delle grandi città pensano nasca magari nei supermercati, un campo di pomodori, i centri storici attraversati uno a uno».

La loro “marcia” a tappe, agevolata dalla bici elettrica per mamma e figlia, li ha portati fino al Bagno 95, preso in gestione quest’anno dall’ex albergatore in pensione Antonio Montemaggi con la moglie e il figlio. Ed è proprio all’ombra di un gazebo dello stabilimento “Florido” che a poche ore dalla ripartenza per la Lombardia la famiglia racconta l’originale avventura.

Dal Garda all’Adriatico

«Ho iniziato a praticare cicloturismo da un paio d’anni e nel 2017 abbiamo fatto un test andando da Milano al lago di Garda in tre giorni, per un totale di 150 km. L’esperienza ci è piaciuta e ho quindi proposto a Laura e Valentina questa “pazzia”: metà ferie pedalando e metà di relax al Bagno 95 e loro hanno accolto con grande entusiasmo l’idea di una vacanza che non partiva da Rimini ma direttamente da casa. Magari un po’ inconsciamente…» racconta Luca, ripercorrendo a ritroso il suggestivo avvicinamento all’Adriatico.

La partenza

«Siamo partiti lunedì 6 agosto da Bollate e siamo arrivati a Rimini venerdì 10 in cinque tappe. Il primo giorno abbiamo attraversato tutta la città di Milano visitando il centro storico che ci rappresenta (Galleria Vittorio Emanuele, Duomo, Scala, Piazza Diaz, Colonne di San Lorenzo, Porta Romana…) e poi ci siamo immessi sulla Via Emilia sul tracciato storico dalla Statale e da San Giuliano Milanese l’abbiamo percorsa praticamente tutta. Lunedì abbiamo attraversato San Giuliano, Lodi, Casalpusterlengo e dopo ben 91 km siamo arrivati a Piacenza, dove abbiamo passato la prima notte. Il secondo giorno siamo ripartiti di buona lena e ne abbiamo fatti altri 80 attraversando Fidenza, ammirando il centro storico di Parma e arrivando a Calerno: era la settimana del grande caldo e abbiamo fatto il bagno sul fiume Taro per rinfrescarci. L’alta temperatura e la resistenza di Valentina erano le variabili, ma abbiamo rispettato praticamente alla perfezione l’itinerario di massima che ci eravamo prefissati».

Forature e tromba d’aria

L’imprevisto è però sempre dietro l’angolo ed è arrivato al giro di boa. “Il terzo è stato il giorno clou, con arrivo a Bologna e cena e pernottamento proprio sotto le Due Torri dopo aver attraversato Reggio Emilia, Modena e Castelfranco Emilia. Una giornata bella e “maledetta” perché abbiamo bucato tutti, ben quattro gomme, riuscendo comunque a fare 88 km. Prima Valentina, poi Laura, io e ancora Laura, tanto che abbiamo dovuto fermarci a un Decathlon. Non solo, durante l’ultimo pit-stop si è alzata anche una sorta di tromba d’aria, ma attraversando i campi di girasoli ne abbiamo raccolto facendo come nel film “Cast Away” e lo abbiamo portato con noi piantandolo in spiaggia. Il quarto giorno siamo arrivati a Forlì, facendo 73 km dopo aver visto Imola, Castelbolognese e Faenza e abbiamo scoperto dei centri storici bellissimi che in macchina non ci saremmo mai potuti godere. Infine, venerdì 10, siamo arrivati direttamente in spiaggia attraversando Forlimpopoli e abbandonando la via Emilia a Cesena: da lì abbiamo fatto tutto lungomare passando per Gatteo Mare e proseguendo lungo tutta la costa. Siamo arrivati al Bagno 95 alle 14.30 ma eravamo tanti carichi che avremmo potuto fare altri 20 km» conclude l’itinerario.

Lacrime all’arrivo

La moglie, ancora emozionata, rivela: «Sotto il cartello di Viserba ho pianto, perché lì ci ho fatto l’infanzia e mai avrei pensato di arrivarci un giorno in bici: ci siamo fermati sotto l’albergo del tempo e ci abbiamo fatto anche una foto di famiglia».

Sui pedali una scuola di vita

«E’ stata una bellissima avventura, un’esperienza che a Valentina resterà di certo: ha fatto fatica, ma arrivare alla metà insegna che le cose vanno costruite con il sacrificio» spiegano i genitori, rivelando: «Ognuno ha fatto la sua borsa, centellinando le cose da mettere sulla bici, e ognuno se l’è portata. Durante il viaggio ha visto cose che forse pensava non esistessero neanche come un pereto, un meleto, un campo di pomodori, ha mangiato l’uva dalle vigne, i fichi da un albero, ha fatto merenda con quello che ci ha dato la natura. Avevamo anche cercato un caseificio per farle vedere come producono il formaggio, perché non si pensi che le cose nascono nei supermercati…».

Aspetti per cui era stata “allenata” prima del via: «Come ci siamo preparati? Luca si allena da tempo, io a luglio ho percorso 460 km facendo un uso quotidiano della bici (andandoci cioè al lavoro per un totale di 35 km al giorno), mentre a Valentina l’abbiamo fatta usare per andare a scuola e a fare la spesa, così da abituarsi a portare le borse o altro» spiega Laura.

«A scuola non ci credevano»

«Mi sono divertita molto, anche se non pensavo fosse così faticoso. I miei compagni di scuola non ci credevano quando glielo abbiamo detto: sono contenta comunque che si torni in treno…» se la ride la piccola Valentina, rivelando: «Non avevo mai visto un albero di frutta ed era anche più buona di quella che mangiamo sempre. Ho scoperto anche gli attrezzi per raccoglierla, come il carrello».

Rimini mon amour

Bellissimo il viaggio, bellissimo il soggiorno, rivelano ancora marito e moglie: «Qua ci siamo trovati benissimo, è un Bagno gestito da due persone splendide, molto disponibili (una sera abbiamo chiesto di fermarci a mangiare in spiaggia e ci hanno spalancato le porte) e che fanno trasparire l’amore con cui lo portano avanti. C’è tantissima vivibilità, spazi grandi ed è ideale sia per le famiglie che per i ragazzi: ci torneremo di sicuro» annuncia Luca.

La caduta e l’ospedale

Resta il rammarico solo di un imprevisto. «Il ritorno sarà in treno, perché il 14 sono caduto in bici mentre mi regalavo un giretto qui in Riviera e ho passato il Ferragosto in ospedale. Per fortuna me la sono cavata con un po’ di contusioni ed escoriazioni, ma non potrei sostenere un viaggio così: faremo quindi scattare il Piano B, andremo in bici in stazione e poi ci riandremo dalla stazione centrale di Milano a Bollate, per 20 km. Ma il prossimo anno ci prenderemo una settimana di ferie in più e faremo anche il ritorno sui pedali».

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