Richiedente asilo spaccia a Rimini. Arrestato, dalla cella lancia i suoi escrementi
Il giovane, che ha ventotto anni, si è calmato solo all’arrivo di un medico. Ha accettato di lavarsi e di essere sottoposto a visita medica. Sono stati poi gli stessi agenti a preoccuparsi di procurargli degli abiti perché potesse presentarsi in condizioni dignitose davanti al giudice Silvia Corinaldesi. Per lo spaccio di droga (quando i poliziotti sono intervenuti aveva appena venduto a un giovane di nazionalità romena una dose di cocaina e due di marijuana) l’africano, difeso dall’avvocato Michele Di Viesti, ha patteggiato la pena, sospesa, di otto mesi di reclusione ed è tornato in libertà. Lo straniero è stato anche denunciato per il comportamento tenuto dopo l’arresto: non è stato del tutto intuitivo attribuire alla sua condotta una fattispecie prevista dal codice penale. Alla fine si è optato per contestargli la violazione dell’articolo 674, ovvero “lancio di oggetti pericolosi” nella declinazione relativa, in particolare, all’imbrattamento. Per l’ennesima volta un migrante, di fatto abbandonato a se stesso una volta fatta la richiesta per l’ottenimento di un permesso umanitario, finisce per perdersi trasformandosi in uno spacciatore.