Governo congela i fondi per le periferie. Il sindaco di Rimini: "Una rapina, pronti a trattenere l'Imu"

Rimini

RIMINI. "Una grande rapina". Con un colpo di spugna, o meglio un emendamento al decreto Milleproroghe approvato dal Senato, il governo cancella 1,6 miliardi di euro di finanziamenti del bando periferie per 96 progetti di altrettanti città. Tra queste, con 18 milioni per la riqualificazione del lungomare Nord, figura Rimini, pronta a "una dura battaglia". Ma in Romagna a rischio ci sono anche Forlì con 8 milioni di euro per una serie di interventi in centro storico, Cesena con 1,8 per le tre piazze Almerici, Bufalini, Fabbri e Ravenna con 12,8 milioni per la Darsena.

Scelta che ha fatto infuriare il sindaco di Rimini, Andrea Gnassi, che ha fatto convocare la stampa. Si appoggia al tavolo senza nemmeno sedersi sulla sedia, ma vorrebbe mettersi dall'altra parte, insieme ai cittadini delle località a nord della città che affollano la sala della giunta. E si scusa subito per i toni e le parole. "Come vedete la forma non c'è, non c'è niente di istituzionale", di fronte a "una grande rapina" per 96 città.
Sette mesi fa, fa scorrere le foto del momento, a Palazzo Chigi è stata firmata la convenzione sindaci-Stato sul bando Periferie, "non è una fake news" e ora i fondi vengono sospesi per due anni e "sapete che vuole dire che non ci sono più", taglia corto. "La dignità delle istituzioni e il rispetto dei cittadini viene prima di ogni partito", attacca Gnassi: "Ci si deve sciacquare la bocca di fronte a un atto di tale gravità".

Anche perché "non c'era progetto più partecipato" di quello per il lungomare di Viserba. Ma quali finanziamenti a pioggia, replica indirettamente al parlamentare pentastellato riminese Marco Croatti, qui “c'è già un progetto esecutivo, le ruspe e i lavori". "Sono indignato e non rappresento gli interessi di partito, ma della città", prosegue il sindaco annunciando battaglia con tutti i colleghi coinvolti, con l'auspicio che alla Camera "tutti si accorgano della rapina", facendo marcia indietro. Anche se, sibila, "qualcuno a livello locale fa il furbo". D'altronde il decreto Milleproroghe come titola aveva "più soldi ai Comuni, invece vengono rapinati 1,6 miliardi di euro. Con che faccia un parlamentare locale può giustificarlo", si interroga il primo cittadino. È come "emettere buoni del tesoro, senza restituire interessi e capitale versato". Dunque questo blocco "non può passare, il lungomare Nord non è la Tav, anzi era la molla per rilanciare l'economia". Con la trovata del Governo, conti alla mano, si sospendono investimenti per 6,5 miliardi di euro, la risposta non può che essere dura: tramite l'Anci verrà definita una "strategia comune", tra diffide al governo, ricorsi alla Corte dei conti, fino alla "provocazione" di non restituire allo Stato la quota Imu per i prossimi due anni, per Rimini 24 milioni di euro. In caso "che ci commissarino, noi siamo Rimini", conclude Gnassi. Qui "salta il Paese, non si taglia la faccia ai Comuni sui progetti che vengono dal basso, per cui i parlamentari pensino ai cittadini" e alla Camera tolgano l'emendamento incriminato.

"Inaccettabile". Anche il sindaco di Ravenna, e presidente regionale dell'Anci, Michele De Pascale, si schiera contro l'emendamento "sbagliato e confuso" al decreto Milleproroghe che blocca per due anni i finanziamenti del bando Periferie del precedente esecutivo. E chiede al Governo di "chiarire e correggere" le proprie intenzioni e alla Camera di cambiare il testo. Perché quello approvato al Senato "rischia di rallentare i tempi di attuazione di molti progetti, di creare confusione e incertezza, di determinare sprechi inammissibili alle amministrazioni locali e agli altri soggetti pubblici e privati che hanno già impegnato e speso risorse nella progettazione". Tra l'altro, prosegue De Pascale, per opere che "migliorano le periferie delle nostre città dal punto di vista della sicurezza e della qualità urbana". Dunque, ribadisce, "è indispensabile che la Camera cambi il testo e che il governo assicuri i finanziamenti già previsti a tutte le città coinvolte".

Ma non mancano voci diverse. "Governo ladro? No, città incapace di progettare il proprio futuro puntando su progetti seri e rigorosi e utilizzando i soldi che ci sono". I Verdi di Forlì non aderiscono al coro di proteste contro la decisione del Governo sottolineando come la città, "per la pochezza dei progetti presentati", fosse rimasta "esclusa dalla graduatoria del bando delle periferie", salvo poi rientrarvi con "l'estensione prelettorale di Renzi". Così "la paccottaglia forlivese" è finita in lista, "con la divertente attribuzione del merito al deputato locale" Marco Di Maio. Ora "la nuova maggioranza azzera tutto e Forlì si trova al palo". Da qui l'invito verde ad andare avanti con i soldi che ci sono. Come il milione e mezzo di euro "disponibili e in cassa dal 2006" che aggiunti ai 500.000 stanziati dalla Fondazione Cassa dei risparmi consentono la riqualificazione di piazza Guido da Montefeltro, compresa la demolizione della barcaccia. E si faccia anche chiarezza, concludono i Verdi, sul maccherone del Santarelli. 

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