Genitori divisi anche sui vaccini al figlio. Decide il tribunale di Rimini: «Si fanno»

Rimini

RIMINI. Il bambino di una coppia separata sarà vaccinato su disposizione del giudice. Il presidente del tribunale di Rimini Francesca Miconi ha risolto in udienza il dissidio tra due genitori che vivono in una località della provincia (vengono omessi dettagli che anche indirettamente possano permettere di risalire all’identità del minore), nell’ambito di una causa di divorzio giudiziale.

Uno dei motivi di scontro riguardava infatti proprio l’opportunità della profilassi. La madre non voleva che gli fossero somministrati i vaccini, il padre invece sì. Il risultato, finora, è che il piccolo non ha mai conosciuto iniezioni né ambulatori.

L’uomo si è quindi rivolto all’avvocato Michela Zaccagni che ha presentato l’istanza, accolta nell’ultimo verbale di udienza.

Il giudice impone che il figlio sia «sottoposto a vaccinazione secondo l’obbligo di legge senza necessità di ulteriore consenso dei genitori». La decisione tende ad assicurare la massima tutela alla salute del minore, che non è affetto da alcuna patologia. In ogni caso l’ordinanza indica come riferimento il pediatra di base che valuterà attraverso eventuali indagini cliniche se ricorrano o meno ragioni di esenzione e quindi indicherà ai genitori i tempi e le modalità delle vaccinazioni.

Il ricorso del padre riguardava l’autorizzazione a quelle obbligatorie in vista dell’iscrizione del piccolo alla scuola per l’infanzia. A suo avviso il rifiuto del consenso da parte della donna rappresentava un inadempimento degli obblighi connessi alla stessa responsabilità genitoriale e poteva risultare potenzialmente pericoloso per la salute del piccolo. Inoltre, la decisione della donna costituiva, secondo il padre, una violazione della legge sulle vaccinazioni obbligatorie. Obbligo che non è da considerarsi “decaduto” neppure con il discusso voto al Senato di venerdì scorso con il quale la maggioranza, attraverso un emendamento, si limita a sospendere fino al 2019-2020 una della sanzioni previste (impedire l’accesso dei bimbi non vaccinati ad asili nido e scuole materne) in caso di mancata presentazione delle certificazioni richieste.

Il pediatra coinvolto nella vicenda in questione ha già in mano il provvedimento: spetterà a lui convocare i genitori e stilare il calendario per l’esavalente. La madre non potrà più opporsi senza incorrere in conseguenze. Dalla comunità scientifica, in un dibattito che sempre spesso prende derive ideologico-politiche, si leva l’allarme contro la disaffezione verso i vaccini paventando il possibile ritorno di pericolose malattie considerate scomparse da tempo.

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