Il killer chiede aiuto, ma non lo trova

Rimini

RIMINI. Il killer è un cane sciolto e attorno a sé trova solo terra bruciata. Dopo aver ucciso a colpi di pistola il connazionale Nimet Zyberi, il camionista albanese di 34 anni nelle ore successive al delitto ha cercato riparo da parenti e amici tra la Romagna e le Marche.

E’ quanto hanno appurato i carabinieri che da lunedì scorso danno la caccia all’uomo che una faida familiare ha trasformato in assassino. Se lui però sperava nella solidarietà del clan ha sbagliato i suoi conti. Nessuno gli ha dato aiuto. Le persone alle quali si è rivolto gli hanno chiuso la porta in faccia per il timore di essere coinvolte nella vicenda. Gli investigatori hanno seguito le tracce dei suoi spostamenti, tra la Romagna e le Marche, e sono convinti che non sia andato troppo lontano. Nessuno, però, finora, è riuscito ad avvistare la Citroen C4 “Picasso” di colore blu con la quale è scappato dopo aver crivellato di colpi la vittima nel parcheggio del supermercato di Misano Adriatico. Oggi il magistrato che conduce le indagini, il pm Marino Cerioni, dovrebbe autorizzare la diffusione delle generalità complete e della fotografia del ricercato per favorire eventuali segnalazioni da parte dei cittadini. C’è sempre il timore di vendette trasversali e parecchie persone legate sia al carnefice sia alla vittima sono ancora sotto protezione. Nel frattempo ieri è stata effettuata l’autopsia. Dal corpo sono state estratte due ogive di proiettile 7.65 (ma i colpi che hanno trapassato Nimet sono almeno il doppio) compatibili con le munizioni trovate a casa del ricercato. Uno ha centrato al cuore, da distanza ravvicinata, il 24enne albanese. Aveva ferite anche alle braccia: alzate istintivamente in cerca di difesa quando ormai era troppo tardi.

Nimet Zyberi lunedì mattina aveva incontrato il suo assassino per caso dopo una serie di commissioni. Prima passa in banca, poi in un negozio di alimentari, infine con moglie e figli va al Conad Agina. E’ al supermercato che le due coppie si incontrano. I carrelli finiscono quasi per scontrarsi all’incrocio tra due corsie. La scena “muta” è ripresa dalle videocamere dell’impianto di sorveglianza. I due uomini si scambiano poche parole, tra i denti. Poi ognuno va per la sua strada. Non sembra il preludio di una tragedia. Nella testa dell’omicida, però scatta qualcosa. Va a casa di corsa, per armarsi. Da quando ha preso a bottigliate al bar uno dei fratelli Zyberi non si sente tranquillo. «Vedrai che prima o poi la paghi», viene avvertito più volte. E stavolta decide di essere lui a chiudere i conti una volta per tutti.

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